A volte basta davvero poco, meno di 2000 metri di salita nemmeno troppo impegnativa, per rimettere tutto in discussione e riaprire un Giro d’Italia. E’ quanto successo oggi a Prato Nevoso, sede di arrivo della diciottesima tappa: quando la fuga aveva già tagliato da un pezzo il traguardo con la vittoria di Schachmann su Plaza e Cattaneo, ecco che i big iniziano a darsi battaglia.
Prima l’attacco di Tom Dumoulin, seguito con apparente brillantezza dalla maglia rosa Simon Yates e dal solito Domenico Pozzovivo. In un secondo momento torna sotto anche Chris Froome, che attacca immediatamente con una veemenza che le pendenze micidiali dello Zoncolan non gli avevano permesso di mettere in mostra. L’attacco da “frullatore” del keniano bianco è di quelli dei tempi migliori, ma Pozzovivo e Dumoulin rispondono ritornando a ruota di Froome. Yates invece no: per la prima volta in questo Giro 2018, il quasi 26enne della Mitchelton Scott appare in evidente difficoltà. Il britannico infatti perde le ruote anche di Konrad, Bilbao e Carapaz e in meno di due chilometri paga 28 secondi ai suoi tre più immediati inseguitori. Ventotto come i secondi che restano a Yates di vantaggio su un Dumoulin mai come stasera legittimamente speranzoso di poter firmare il bis in rosa.
PROMOSSI – Oltre all’olandese della Sunweb, Chris Froome e Domenico Pozzovivo escono ampiamente rinfrancati dalla tappa di Prato Nevoso. Il britannico attacca e si porta a poco più di tre minuti da Yates, “Mimmo” invece rintuzza gli allunghi avversari e nel finale rilancia l’azione per rafforzare il suo terzo posto in classifica. Ma intanto adesso il distacco dalla vetta è di 2’43”: tanto, ma non è detto che sia troppo viste le due frazioni che si stagliano all’orizzonte. Altri segnali di ripresa anche da Miguel Angel Lopez: lo scalatore colombiano, sempre più maglia bianca, è il primo big a transitare sul traguardo precedendo di pochi secondi il terzetto di Dumoulin, Pozzovivo e Froome. Adesso è sesto in classifica, ma nei prossimi due giorni potrebbe davvero farci divertire.
BOCCIATI – Detto delle severe difficoltà di Yates negli ultimi due chilometri, la diciottesima tappa segna un duro colpo alle speranze di podio di Thibaut Pinot. Il francese, chiamato a riscattare la brutta cronometro di martedì, prima mette i suoi uomini a fare il ritmo in testa al gruppo salvo poi ritrovarsi staccato non appena la bagarre si infiamma. La terza posizione adesso è lontana quasi due minuti e le gambe non sembrano essere quelle giuste per cercare un ribaltone. Da rivedere anche il duo Movistar, con Carlos Betancur ancora una volta assente ingiustificato. Si difende Richard Carapaz, il cui Giro è comunque da considerarsi oltremodo positivo. L’ecuadoregno prova con coraggio anche l’attacco negli ultimi chilometri, ma viene inesorabilmente “rimbalzato” e staccato dai rivali.
FUOCO ALLE POLVERI – Siamo al momento della verità, perchè la diciannovesima tappa ha tutte le carte in regola per dirci moltissimo sui verdetti finali. Sono 184 km da Venaria Reale a Bardonecchia: se lo Zoncolan è iconico, anche il Colle delle Finestre si è ormai guadagnato un posto nel cuore del ciclismo e del Giro. Una salita di quasi 19 km, costantemente al 9% di pendenza media e con la seconda metà in sterrato: è la Cima Coppi del Giro 2018, a quota 2178 metri di altitudine. Dopo la difficile discesa e l’abbordabile Sestriere, prima dell’arrivo in salita a Bardonecchia con più di 7 km molto duri dello Jaffreau.
Se in meno di 2 km il Giro è stato riaperto, ecco che questa tappa offre tutto quello che serve per ribaltarlo completamente. Servono “solo” gambe, coraggio, testa e perchè no anche un pizzico di sana follia. La corsa alla maglia rosa è più aperta che mai, non resta che goderci lo spettacolo.