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Dopo il riposo, la bagarre inizia a farsi accesa al Giro d’Italia 2018. La quarta tappa ha infatti riportato la corsa rosa in Italia, nella splendida Sicilia con i 202 km da Catania a Caltagirone. Un finale complesso, con uno strappo che ha regalato spettacolo al termine di una frazione molto nervosa e con pochissima pianura. Alla fine a spuntarla è Tim Wellens, che si conferma corridore estremamente adatto per questi arrivi “da classica”. Alle spalle del belga terminano però diversi nomi interessanti anche in ottica classifica generale: secondo posto infatti per Michael Woods, settimo alla Vuelta lo scorso anno e serio candidato a una possibile top-10 finale. Il canadese precede Enrico Battaglin, di nuovo protagonista al Giro dopo un periodo non semplice.
Chiudono ai piedi del podio altri due nomi importanti come Simon Yates e Davide Formolo: entrambi non nascondono le loro ambizioni per la classifica, rilanciate dalla bella gamba messa in mostra oggi. In particolare il giovane bergamasco della Bora Hansgrohe lascia davvero ben sperare per il futuro italiano nelle corse a tappe. Menzione d’onore per la Mitchelton Scott, che oltre a Yates porta nella top-10 di giornata anche Roman Kreuziger ed il redivivo Esteban Chaves: tre carte importanti per la classifica, con le gerarchie interne che potrebbero essere stravolte dalle tre settimane di corsa. Si tratta senza dubbio di una delle squadre più attrezzate e potenzialmente interessanti dal punto di vista tattico. Tra le note positive c’è ancora Domenico Pozzovivo, che continua il suo ottimo inizio di Giro con il nono posto odierno e la salita al settimo posto della generale. Lo scalatore lucano, a tutti gli effetti capitano della Bahrain Merida, manda altri segnali positivi e attende con un’ottima condizione l’Etna.
DENNIS TIENE, DUMOULIN LO MARCA – Ottima prova di Rohan Dennis: l’australiano dimostra ancora una volta di non essere solo uno straordinario cronoman, ma di poter tenere anche su uno strappo insidioso come quello di Caltagirone. Le sue parole al termine della tappa lasciano trasparire grande fiducia, chissà che con il passare delle tappe non possa davvero provare a fare classifica fino a Roma in cerca di un piazzamento. Difficilmente supererà giovedì ancora in maglia rosa, ma sarà interessante vederlo impegnato al massimo delle sue attuali capacità sulle pendici del primo vero arrivo in salita. Resta a 1″ dal leader Tom Dumoulin, sempre presente ma mai appariscente oggi. L’olandese corre da vero uomo di classifica, pronto a sferrare l’attacco quando sarà davvero opportuno. Finora il suo Giro è stato praticamente perfetto.
LE NOTE DOLENTI – Giornata non facile per Fabio Aru e Chris Froome. Il sardo della UAE Emirates cede altri 6″ a Dumoulin, mentre il britannico del Team Sky paga addirittura 21″ da Wellens e 17″ dal principale avversario in ottica generale. Adesso i due sono divisi da appena due secondi in classifica, ma il distacco sfiora già il minuto: 55 i secondi di ritardo per Froome, 57″ quelli di Aru. A preoccupare è soprattutto quest’ultimo, visto che la caduta di Gerusalemme potrebbe aver condizionato il keniano bianco. Froome resta comunque soddisfatto e fiducioso, almeno nelle dichiarazioni post-gara. Per entrambi però saranno importanti le prossime tappe, dove non sarà più possibile nascondersi.
SI ENTRA NEL VIVO – E quello di oggi era solo un gustoso antipasto, perchè il Giro entra sempre più nel vivo con la quinta tappa. La Agrigento-Santa Ninfa porta infatti la corsa nella Valle del Belice, con un altro finale “classico” che lascia aperte più opzioni tattiche. La fuga, oggi prontamente rintuzzata, cercherà fortuna verso lo strappo conclusivo al 6% con punte al 12%: poi l’ultimo chilometro in leggera salita, pronto a coronare un altro attacco da finisseur. Sarà l’ultimo test, perchè poi giovedi si sale sull’Etna: lì i big dovranno iniziare a guardarsi in faccia.