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Una delle cose più affascinanti del ciclismo, nonostante l’attendismo e la mancanza di coraggio rispetto a qualche decennio fa, resta sicuramente l’imprevedibilità delle grandi corse a tappe. Ed è proprio quanto accaduto nella decima tappa del Giro 2018 a ricordarcelo.
La Penne-Gualdo Tadino di 238 km passerà agli archivi della corsa rosa per l’inaspettata crisi di Esteban Chaves, secondo della generale alla ripartenza dopo il secondo giorno di riposo. Riposo che evidentemente è rimasto indigesto allo scalatore della Mitchelton Scott, staccatosi sulle prime rampe di giornata e protagonista di un lungo inseguimento. Lentamente però Chaves è andato alla deriva, vittima anche della scelta degli uomini Quick Step di abbandonare le operazioni di inseguimento. Al traguardo sono oltre 25 i minuti di ritardo, un distacco che lascia la maglia rosa Simon Yates libera da ogni pressione interna su un possibile dualismo con il compagno di squadra.
MAI DIRE MAI – Ed è così che dopo 24 ore di pausa il Giro d’Italia riparte senza più quelle che sembravano certezze incontrovertibili: uno dei migliori in salita salta per aria su un GPM di seconda categoria, il Team Sky attacca provocando lo stravolgimento in classifica e dimostra come Chris Froome non sia solo un semplice comprimario dopo le difficoltà degli scorsi giorni. Se queste sono le premesse, ci sarà davvero da divertirsi sulle tante salite che attendono i corridori tra questo weekend e la terza settimana di corsa.
Ma ci sono ancora delle certezze che non sono crollate: così Yates, nel giorno più buio in casa Mitchelton dall’inizio del Giro, lancia un segnale e si prende i tre secondi di abbuono del traguardo volante, con Thibaut Pinot che rosicchia 2” agli altri rivali. Poca roba, ma sono piccoli dettagli che confermano lo stato di grazia del gemello britannico. Qualche brivido per Tom Dumoulin e Richard Carapaz, adesso 2° e 5° in classifica, che si salvano da forature che potevano costare molto caro nel finale di tappa.
MATEJ, CHE TALENTO – Non deve però passare in secondo piano l’impresa di Matej Mohoric, che a meno di 24 anni si prende la prima vittoria al Giro dopo quella alla Vuelta dello scorso anno. Lo sloveno, bicampione mondiale a livello Juniores e Under 23, si conferma qualcosa di più di un semplice giovane promettente. Il futuro all’orizzonte per lui sembra sempre più roseo. Oggi addirittura il corridore della Bahrain Merida aveva preso parte alla fuga iniziale, poi ripresa da uno scatenato gruppo maglia rosa. Poi però a 40 km dal traguardo Mohoric è ripartito all’attacco, per poi staccare gli altri compagni e regolare allo sprint il tedesco della AG2R.
LE INSIDIE DI OSIMO, NEL RICORDO DI MICHELE – Dopo i fuochi d’artificio di Gualdo, anche la Assisi-Osimo potrebbe riservare sorprese e cambiamenti in classifica. Nonostante un chilometraggio molto più corto, la frazione che porterà la corsa rosa dall’Umbria alle Marche presenta un finale ricco di insidie. Prima il muro di Filottrano, casa natale del mai dimenticato Michele Scarponi, poi gli strappi di Osimo negli ultimi 5 km. Dopo la crisi di Chaves, possiamo aspettarci di tutto.