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Nel giorno del Royal Wedding di Harry e Meghan, i sudditi britannici possono inchinarsi anche al cospetto di Chris Froome e Simon Yates. I due inglesi regalano infatti spettacolo sullo Zoncolan, la montagna senza dubbio più attesa del Giro d’Italia 2018 e sede di arrivo della quattordicesima tappa. Le pendenze del “Kaiser” della Carnia ridisegnano la classifica generale e le gerarchie delle forze in campo, emettendo verdetti che ci accompagneranno fin da subito con l’insidioso arrivo di Sappada. Poi sarà meritato riposo, prima della tempesta finale con la cronometro e l’ultima settimana tutta da vivere sulle Alpi.
FINALMENTE SKY – Come da pronostico i big aspettano i durissimi 10 km finali per muoversi. E la chiave di volta della tappa è senza dubbio il ritorno del Team Sky a dettare legge, grazie a un sontuoso Wout Poels in formato Vuelta 2017. Il fido gregario di Froome si risveglia nella giornata giusta e inizia a martellare in testa al gruppo, mietendo vittime eccellenti tra gli uomini di classifica come Aru, Carapaz, Dennis. Un Tom Dumoulin versione “duro a morire” resiste con le unghie e con i denti, sognando già la cronometro di martedì. L’olandese alla fine chiude quinto a 37″ da Froome e può ritenersi soddisfatto.
Quando però a 4 km dalla vetta il keniano bianco allunga con la classica frequenza “da frullatore”, nessuno riesce a tenere la sua ruota: dopo qualche centinaio di metri si arrendono anche Yates, Pozzovivo e Lopez. Chris si invola, tra due ali di folla, pur non guadagnando troppo come è normale sulle pendenze da ribaltamento dello Zoncolan. Nel finale la maglia rosa stacca gli avversari rimasti e si lancia all’inseguimento, dando vita a un duello britannico che infiamma lo “stadio” naturale che è l’ultimo chilometro di questa salita giovane ma già leggendaria. Froome però risponde nel boato dei 100mila e tiene a distanza Yates andando a trionfare e a firmare una delle imprese più belle della sua carriera, nonostante i successi nelle varie edizioni del Tour. Applausi a scena aperta anche per la maglia rosa, che mantiene un importante tesoretto di 3’10” sul connazionale e guadagna su tutti gli altri, in primis Dumoulin adesso secondo a 1’24”.
L’ITALIA PESCA DAL POZZO – Ormai è Domenico Pozzovivo l’unica speranza per vedere un italiano sul podio finale a Roma tra otto giorni. Lo scalatore lucano è splendido terzo sullo Zoncolan e sale anche al terzo posto della generale superando un affaticato Thibaut Pinot. Il capitano della Bahrain Merida “vede” anche il secondo posto di Dumoulin che è lontano 13 secondi. In ottica azzurra invece abbandona ogni sogno di gloria Fabio Aru: il sardo si vede respinto anche dall’esame Zoncolan, perde più di due minuti e ora paga 5’33” dal tredicesimo posto. Per il podio sembra praticamente impossibile, soprattutto perchè la gamba è ben lontana dall’essere quella dei giorni migliori. La speranza è che la terza settimana possa vederlo quantomeno protagonista per qualche prestigioso traguardo alpino.
ATTENTI A SUPERMAN – Chi invece esce rinfrancato dal tappone della Carnia è Miguel Angel Lopez, che all’improvviso risale al sesto posto della generale e strappa la maglia bianca a Richard Carapaz. Il colombiano dell’Astana è apparso in netta ripresa: d’altronde la montagna è il suo habitat naturale, dove può esprimere un potenziale davvero notevole. Nei prossimi giorni potrebbe rappresentare una scheggia impazzita, in grado anche di ambire perchè no al podio (cronometro permettendo).
LA SFIDA CONTINUA – Un altro Giro ha avuto inizio e continua adesso con la quindicesima tappa: 176 km da Tolmezzo a Sappada, nel mezzo le Dolomiti e tanta salita soprattutto nel finale. Non ci sono GPM di prima categoria, ma le pendenze si faranno ugualmente sentire e potrebbero portare altri attacchi e cambiamenti alla generale. Negli ultimi 60 km non c’è un metro di pianura, prima del giorno di riposo qualche big potrebbe cercare di fare la differenza. Attenzione soprattutto a coloro che martedì, nella cronometro Trento-Rovereto, sono consapevoli di rischiare distacchi importanti.