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Scatta da Gerusalemme il Giro d’Italia 2018, prima grande corsa a tappe stagionale. Dei 176 corridori al via in Israele, pochissimi sono coloro attesi per la lotta verso la maglia rosa di Roma, sede di arrivo di questa edizione numero 101. Doveroso iniziare l’analisi dei favoriti della vigilia da Tom Dumoulin: l’olandese del Team Sunweb cercherà in tutti i modi di confermare il trionfo di dodici mesi fa, per un’impresa che sarebbe straordinaria. La grande incognita è però legata alle sue condizioni, dal momento che Dumoulin ha corso pochissimo in questa stagione senza mai mettersi davvero in luce. Se però dovesse ritrovare la gamba dello scorso anno, sarebbe dura per tutti strappare la maglia rosa dalle sue spalle.
Il principale candidato numero uno a spodestare l’olandese non può che essere lui, Chris Froome. Il britannico di origini keniane del Team Sky, al di là della particolare situazione dopo la positività alla Vuelta 2017 al salbutamolo, cercherà di entrare definitivamente nell’Olimpo del ciclismo. Una vittoria infatti lo farebbe diventare il settimo corridore a conquistare tutti e tre i grandi giri, oltre a garantirgli la terza vittoria consecutiva nei grandi giri dopo Tour de France 2017 e Vuelta 2017. Insomma, un successo in rosa consentirebbe definitivamente a Froome di consacrarsi a leggenda, nonostante qualunque detrattore.
Il terzo incomodo potrebbe essere Fabio Aru, che a 27 anni punta al gradino più alto di quel podio già conquistato nel 2014 e nel 2015 con il terzo e il secondo posto. Dopo la quinta piazza della scorsa edizione, il sardo cercherà di fare la differenza sulle tante salite della corsa rosa. L’inizio di stagione è stato a corrente alternata, ma la generosità e la capacità di arrivare al top della forma nell’appuntamento clou sono da sempre caratteristiche peculiari del “cavaliere dei 4 mori”, al primo anno in maglia UAE Emirates. Chi invece ha avuto un ottimo inizio di stagione è Thibaut Pinot, reduce dalla vittoria del recente Tour of the Alps. Il francese della FDJ ha chiuso quarto lo scorso anno, all’esordio al Giro, e quest’anno sembra avere davvero le carte in regola per ambire alle prime tre posizioni, avversari permettendo.
Impossibile dimenticare poi Miguel Angel Lopez, che avrà dalla sua potenzialità esplosive in salita e una squadra, l’Astana, che potrebbe davvero recitare un ruolo di primissimo piano nell’arco delle tre settimane. Il colombiano è dato da molti come il principale outsider perfino per la maglia rosa finale. La grande incognita per Lopez è sicuramente l’esperienza, fattore spesso determinante nei grandi giri: bisognerà infatti capire se sarà in grado di gestirsi e di controllare una corsa così dura e snervante anche dal punto di vista psicologico. Se dovesse riuscirci, allora potrebbero essere dolori per tutti.
GLI OUTSIDERS – La lista dei protagonisti attesi non si ferma però al quintetto citato, perchè ci sono diversi altri corridori che potenzialmente iniziano il Giro d’Italia con l’obiettivo di un piazzamento nella top-5. Probabilmente il più grande punto interrogativo è dato da Esteban Chaves: secondo nel 2016 alle spalle di Nibali, il colombiano della Mitchelton Scott sembra però attraversare un momento tutt’altro che facile. Al suo fianco ci sarà anche Simon Yates, all’esordio nella corsa rosa ma capace di chiudere in top-10 sia il Tour che la Vuelta. I due, entrambi molto giovani, avranno dalla loro anche un veterano come Roman Kreuziger, quinto nel 2011 e apparso in grande forma nelle classiche delle Ardenne. Attenzione poi al neozelandese George Bennett (Lotto NL-Jumbo), ormai una certezza nelle tappe di montagna, e al sudafricano Louis Meintjes da cui ci si aspetta ogni anno quel salto di qualità che però finora ha tardato ad arrivare.
E gli italiani? Oltre ad Aru, le speranze azzurre per la classifica generale sono essenzialmente due. Questo Giro sarà importante per Davide Formolo (Bora Hansgrohe), che dopo il decimo posto dello scorso anno è chiamato quantomeno a riconfermarsi. Il giovane bergamasco ha nuovamente ben impressionato alla Liegi e con la sua tenacia potrebbe davvero regalare e regalarsi delle belle soddisfazioni. Decisamente più maturo ed esperto Domenico Pozzovivo, che sembra aver trovato nuova linfa dal passaggio alla Bahrein Merida. Lo scalatore lucano ha già chiuso al quinto posto la corsa rosa (era il 2014) ed è reduce dal sesto posto dello scorso anno. Con la giusta costanza nell’arco delle tre settimane, anche lui potrebbe sognare qualcosa di importante.