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Richard Carapaz, è nata una stella? E’ questo l’interrogativo che lascia in sospeso l’ottava tappa del Giro d’Italia 2018, con arrivo a Montevergine di Mercogliano. Il corridore della Movistar, già maglia bianca e ora anche ottavo nella generale, ha infatti trionfato regalando al suo Ecuador il primo successo nella storia della corsa rosa. Una prova di forza notevole quella del 22enne, che ha attaccato con personalità sotto la pioggia battente: adesso in casa Movistar dovranno valutare se dare più spazio allo stesso Carapaz, o continuare a puntare unicamente su Carlos Betancur.
TUTTO TRANQUILLO, O QUASI – Per il resto le pendenze di Montevergine si confermano troppo poco impegnative per creare una vera battaglia tra i big della generale. L’attendismo regna sovrano nel finale, permettendo al vincitore di oggi di andare a riprendere gli ultimi fuggitivi: la maglia rosa Simon Yates ha preferito rimanere coperto, così come tutti gli altri protagonisti. La volata per il secondo e terzo posto, che mettevano in palio qualche secondo di abbuono, ha visto prevalere un ottimo Davide Formolo: il bergamasco della Bora-Hansgrohe, dopo le difficoltà e la caduta dell’Etna, sembra essersi ripreso e riesce a battere allo sprint un brillante Thibaut Pinot. Il francese della FDJ conquista così i 4″ di abbuono con cui sale al quarto posto della generale, superando un Domenico Pozzovivo che si conferma su ottimi livelli con il sesto posto odierno. Molto bene anche Enrico Battaglin, quarto al traguardo e assoluto protagonista degli arrivi da “finisseur” di questa prima settimana.
Come detto, tutti i big della generale sono arrivati insieme. Difficoltà però per Chris Froome, protagonista della seconda caduta in otto giorni (qui il video): dopo la ricognizione della cronometro di Gerusalemme, il keniano bianco è infatti finito a terra a cinque km dalla vetta di Montevergine. Complice l’asfalto bagnato, su un tornante la bicicletta del capitano del Team Sky ha perso aderenza, regalando a Froome un’altra forte botta apparentemente senza conseguenze. L’impressione però è che il britannico non sia sereno: il caso Salbutamolo è ancora pendente, la condizione non sembra essere quella dei giorni migliori e adesso anche la stabilità e la fiducia in sella sembrano essere messe a dura prova. I segnali non sono incoraggianti, ma il quattro volte vincitore del Tour de France ha tutti i mezzi per superare le difficoltà , facendo parlare solo la strada.
SI SALE IN QUOTA – Nemmeno il tempo per rifiatare che ecco la nona tappa, da Pesco Sannito al Gran Sasso d’Italia, più precisamente ai 2135 metri di Campo Imperatore. Sarà la prima volta del Giro 2018 sopra i 2000 metri, una quota che può sempre nascondere insidie anche di carattere meteorologico e non solo. Con gli ultimi 45 km tutti in salita, alternando pendenze arcigne a tratti molto pedalabili, chi vorrà lasciare un segno prima del secondo giorno di riposo troverà terreno fertile. Non resta che cogliere l’occasione, c’è tutto il potenziale per un altro grande spettacolo.