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La tredicesima tappa del Giro d’Italia si conclude in volata con il successo del colombiano Fernando Gaviria, al quarto timbro personale. Lo sprinter della Quick Step-Floors precede all’arrivo di Tortona Sam Bennett (Bora Hansgrohe) e Jasper Stuyven (Trek-Segafredo).
IL PERCORSO – Il Giro 100 saluta le pianeggianti terre emiliane ed arriva in Piemonte nell’ultima tappa dedicata ai velocisti di questa edizione. Nei 167 chilometri che da Reggio Emilia portano a Tortona si attraversa tutta la Pianura Padana, senza mai incontrare asperità altimetriche. Una volta superato il comune di Casteggio, il tratto finale della frazione segue il tradizionale percorso della Milano-Sanremo. Nella mattinata giunge la notizia del ritiro di Geraint Thomas, a causa dei dolori persistenti a spalla e ginocchio generati dalla caduta all’imbocco del Bauhaus di domenica scorsa.
LA CRONACA – Come prevedibile subito dopo il via ufficiale della corsa, tenta la fuga un drappello di quattro uomini composto da: Vincenzo Albanese (Bardiani CSF), Pavel Brutt (Gazprom-Rusvelo), Matej Mohoric (UAE Emirates) e Johan Van Zyl (Dimension Data). Dopo 7 chilometri di fuga Van Zyl si alza sui pedali e decide di farsi riassorbire dal gruppo principale. Il vantaggio dei fuggitivi varia in maniera elastica tra un minimo di 20 secondi ed un massimo di 2 minuti. I coraggiosi di giornata vengono ripresi a 21 chilometri dal traguardo.
IL FINALE – Il forte vento laterale, vede il gruppo aprire numerosi ventagli che spaccano la corsa in due tronconi, senza però causare vittime illustri. Il passaggio nel centro abitato di Voghera, a 16 dallo striscione finale, ricompatta il plotone dei corridori. Dopo il movimentato avvicinamento al traguardo, i treni degli uomini veloci imboccano gli ultimi 500 metri del rettilineo finale – posti in leggera discesa – con velocità altissime. Sam Bennett viene pilotato dai suoi verso quella che sembra una facile vittoria, ma Gaviria parte ai 150 metri con una fucilata impressionante e, sfiorando le transenne, supere l’irlandese vincendo a braccia alzate.
PAGELLE
Fernando Gaviria 10: intravede un cunicolo laddove la maggioranza dei ciclisti avrebbe alzato i pedali rassegnato. Il cognome Gaviria in Colombia è diffuso come quello Rossi in Italia. Se continua come sta facendo è destinato a ripercorrere le orme del “46” che corre per le due ruote col motore e a svettare su tutti gli omonimi. Più modestamente, il destino prossimo lo vedrà con molta probabilità portare il ciclamino fino a Milano. Fenomeno vero, troppo superiore rispetto agli avversari.
Andrè Greipel 4,5: ancora una volta impalpabile, non partecipa nemmeno alla volata. Il suo giro finisce ufficialmente oggi, ma forse era già terminato un paio di tappe fa. Il canto del cigno, o meglio, del gorilla.
Jacub Mareczko 4,5: l’omaggio al tricolore andato in scena prima della partenza di Reggio Emilia non ha risvegliato l’animus pugnandi del nostro portacolori nelle volate, nonostante il nome tradisca le origini polacche. Soltanto tredicesimo all’arrivo, mesto addio alla corsa rosa. Domani non lo rivedremo nel gruppo dei partenti, spaventato soltanto dall’idea delle salite che aspettano i compagni nei prossimi giorni.
Caleb Ewan 4,5: il treno della Scott lo trascina a forza nella parte superiore del gruppo negli ultimi due chilometri andando a ripescarlo dalle retrovie, ma non basta. Le pile sono troppo scariche.
Sam Bennett 6,5: ancora un piazzamento per il velocista-reporter (scrive una rubrica per il Metropolitan). Il treno della Bora lo trascina, anche con le cattive, verso la vittoria ma Gaviria ha il colpo di pedale dell’onnipotente e si dimostra imbattibile in questo Giro.
Vincenzo Albanese 7: per la serie “nuovi talenti crescono”, occhio al fuggitivo classe ’96 della Bardiani. Il corridore più giovane del gruppo s’è reso protagonista di un coraggioso attacco dal finale sfortunato quanto scontato. Conquista uno dei due traguardi volanti di giornata e le prime attenzioni televisive della sua carriera.