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Ora possiamo dirlo, Tom Dumoulin è il vincitore del Giro d’Italia, centesima edizione. La crono di Milano ha rappresentato la degna conclusione di una delle edizioni più incerte di sempre: si è arrivati all’ultima tappa con 4 corridori in meno di un minuto. Un plot narrativo denso di incastri e colpi di scena, tanto da sembrare macchinato dalla mente geniale di Cristhopher Nolan e culminato con un finale thrilling. Nello scombussolamento generale creatovi dal pathos di questo epilogo, vi aiutiamo a capire come e perché Tom Dumoulin ha battuto tutti.
CORRIDORE 3.0 – Si può vincere il Giro senza dimostrarsi il più forte sulle salite? Da oggi sì. Dumoulin da moderno pioniere delle due ruote apre nuove frontiere nel mondo del ciclismo. In uno sport legato come nessun altro al proprio passato, tutti i cronisti del settore si sono affannati a trovargli un paragone. Il nome più gettonato è stato quello di Miguel Indurain. Lo spagnolo, però, oltre che a crono cannibalizzava gli avversari anche in montagna. L’impressione è che Tom stia brevettando i nuovi canoni del ciclismo: un corridore 3.0. Per vincere un grande giro non si dovrà più essere leggeri e col baricentro basso, ma “lungagnoni” ed aerodinamici. La nuova generazione di passisti al potere.
GEL MALEDETTO – Il vero avversario di Dumoulin in questi giorni è stato lui stesso. Nel tappone dolomitico con la doppia scalata dello Stelvio s’è alimentato male, abbondando coi gel proteici e mettendosi in difficoltà più di quanto non abbiano fatto Quintana & Co. Nonostante il conseguente spogliarello in diretta tv e la devastazione intestinale non ha perso le redini di sé ed ha continuato la sua corsa. La placida tranquillità del fenomeno.
FAIR PLAY E ALLEANZE – Alla quindicesima tappa Quintana cade in discesa, lui ferma tutti e sceglie di aspettarlo. Un gesto che, causa rivalità di strada, non gli ha portato i favori del colombiano, ma quelli della gran parte del gruppo sì. Ne è la riprova quello che è successo alla ventesima tappa: nel finale Mollema, Yates ed il connazionale Jungels lo trainano come i più fedeli degli scudieri. I giusti contatti servono sempre.
LA CARTA VINCENTE – Indubbiamente Dumoulin ha vinto questo Giro 100 nelle due crono di Foligno e Milano. I distacchi rifilati ai contender in entrambe le corse contro il tempo sono stati mortiferi. Un ingegnere del vento, uno studioso di aerodinamica prestato al ciclismo. Ma il vero segreto di Tom si nasconde dietro quella pedalata potente che ha spinto rapporti lunghissimi. La pedalata della maglia rosa.