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L’ha fatta grossa Roger Kluge, che ha beffato a Cassano d’Adda i velocisti, conquistando la 17ª tappa del Giro d’Italia 2016. Il 30enne pistard tedesco è assolutamente incredulo, non riesce a credere di aver fatto il numero: “Sono l’uomo più felice del mondo. Cercavo una grande vittoria, perché sono sempre stato secondo o terzo in carriera e l’aspettavo da tanto tempo. Nell’ultima curva ci ho provato, nessuno mi ha seguito. Ho visto che c’era Pozzato là davanti: superarlo è bastato per vincere”.
La faccia di “Pippo” Pozzato fa, invece, da contraltare a quella gioiosa di Kluge: “Stavo lavorando per Manuel Belletti, era da un po’ che prendevo aria. Nel finale ho visto che c’era l’occasione e ho accelerato, ma effettivamente era troppo presto ai 1500 metri. Forse dovevo provare ai meno 800m. Poi le gambe sono quelle che sono e il vento ha fatto il resto”. Delusione anche nelle parole di Giacomo Nizzolo e Sacha Modolo, che ancora una volta non sono riusciti a regalare al ciclismo italiano la soddisfazione di un successo allo sprint. Il primo a parlare è il veneto della Lampare-Merida: “Sono arrabbiato soprattutto per la squadra, che ha lavorato tutto il giorno per me. Ancora una volta non sono riuscito a dare ai miei compagni una soddisfazione. Nel finale ho fatto tre volate, le prime due per chiudere. Non pensavo nemmeno di classificarmi 4°. Sto bene, ma purtroppo non si riesce a vincere“. Il milanese della Trek Segafredo è dispiaciuto soprattutto perché oggi si correva sulle sue strade ed erano in tanto a volerlo a braccia alzate: “Peccato non aver regalato una gioia ai miei amici che sono venuti a vedermi. Però non abbiamo rimpianti, abbiamo fatto il possibile per raggiungere il successo. Sarebbe troppo facile dire che mi mancava un uomo importante nel finale (Cancellare, ndr) Stavo bene, ho sprintato ai traguardi volanti perché la maglia rossa è il mio obiettivo, non ho perso troppe energie per la volata”.
Giornata di riposo agonistico, invece, per gli uomini di classifica, con Vincenzo Nibali che ha provato a lasciarsi alle spalle la tappa incubo di ieri. “Oggi, a parte lo stress negli ultimi 40 km, era una tappa facile l’abbiamo passato in maniera normale – ha detto il siciliano dell’Astana – La condizione è quella che è, bisogna aspettare le tappe più dure. Non riesco a esprimermi al meglio e questi non sono i miei standard attuali: speravo anch’io di poter andare più forte. Ora farò questi esami medici per verificare se ci è sfuggito qualcosa“.
Il direttore sportivo del team kazako Giuseppe Martinelli, allontana l’eventualità di un ritiro dello Squalo prima di Torino: “Vincenzo ha grandi possibilità di continuare questo Giro. Prima di tutto perché è 4° e poi perchè io ci credo ancora. È un ragazzo che merita e ha ancora davanti grandi cose. Va lasciato un po’ sereno, è normale senta la responsabilità: eravamo qui per vincere la corsa e difficilmente ci riusciremo“.