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I maligni sostenevano si sarebbe ritirato dopo le tre tappe olandesi, ma Marcel Kittel, il principe delle volate, rassicurava: “Perché continuate a chiedermi se ho intenzione di abbandonare? Arriverò a Torino“. Promessa da marinaio, evidentemente, perché lo sprinter tedesco ha deciso di alzare bandiera bianca dopo sole otto frazioni del Giro d’Italia 2016. L’annuncio è arrivato nella serata di ieri, nel giorno in cui la Corsa Rosa ha incoronato il suo compagno di squadra Gianluca Brambilla, vincitore sul traguardo di Arezzo e nuovo leader della classifica generale.
Kittel ha lasciato il segno con due tappe, due sprint da autentico dominatore in cui ha polverizzato la concorrenza. Successi arrivati però in Olanda, a Nijmegen e Arnhem, a centinaia di chilometri di distanza dall’Italia, dove il tedesco non è ancora riuscito a incidere. Due giorni in maglia rosa, poi il passaggio di consegne a Tom Dumoulin e la foratura che l’ha tolto dai giochi sul traguardo di Foligno. “Mi dispiace di dover lasciare il Giro – afferma il 28enne tedesco in una nota diffusa dalla Etixx-QuickStep – Adoro l’atmosfera che ho trovato qui in Italia e amo il supporto dei tifosi italiani, ma sento che ora ho bisogno di riposare dopo una lunga prima parte di stagione. Quest’anno ho iniziato molto presto per tornare al top dopo un 2015 molto complicato e la stagione sarà ancora lunga per me per via del Mondiale in Qatar. Non tutti gli anni gli sprinter hanno opportunità di vincerlo e io voglio fare di tutto per riuscirci. Il Giro è una corsa dura – prosegue Kittel – anche nelle tappe dedicate ai velocisti. Lascio con due vittorie e molti bei ricordi, soprattutto per aver indossato per la prima volta in carriera la maglia rosa“.
Ieri Kittel è arrivato nel gruppetto dei velocisti con 18’05” di ritardo da Gianluca Brambilla. Peggio è andata al nostro Elia Viviani, giunto ad Arezzo fuori tempo massimo in compagnia di Iuri Filosi e Boy Van Poppel con un ritardo di 55’26” dal vincitore di tappa. Il veronese si è lasciato sfilare nei primi chilometri e non è riuscito a restare in compagnia degli altri sprinter. “Mi sentivo vuoto“, ha confidato dopo la fine della sua agonia. Nel 2015 aveva trionfato sul traguardo di Genova e quest’anno ci si attendeva una conferma. Puntava molto alla Corsa Rosa Elia, ma non è riuscito ad andare oltre il secondo posto di Arnhem. Ora che non c’è più Kittel a fare la voce grossa negli arrivi per ruote veloci, il rimpianto cresce. A questo punto si concentrerà sull’Olimpiade di Rio 2016, dove sarà la nostra punta di diamante nella specialità su pista dell’Omnium. Non può esserci occasione migliore per riscattare un’annata fin qui non all’altezza delle aspettative. Nel frattempo gli fa onore aver comunque concluso la tappa. Poteva scendere dalla bicicletta ben prima, ma insieme a Filosi e Van Poppel ha voluto onorare la corsa fino in fondo. Anche questo è il ciclismo.