“La situazione sembra in miglioramento, gli ospedali sono meno saturi. Noi ciclisti saremo responsabili: siamo stati tra i primi a fermarci e alla ripresa seguiremo le regole, d’altronde siamo abituati ad allenarci da soli. Avremo sempre la mascherina in tasca da usare se ci fermeremo e manterremo una distanza di 20 o 30 metri dagli altri”. Queste le dichiarazioni del CT della Nazionale di ciclismo, Davide Cassani ai microfoni dell’Ansa. Dopo lo sfogo dei giorni scorsi (“Il guinzaglio sta diventando troppo stretto al collo“), Cassani ha corretto il tiro: “Ho espresso un desiderio con una richiesta rispettosa, secondo me è già possibile riprendere gli allenamenti individuali. Pensavo soprattutto alle centinaia di migliaia di giovani: per loro lo sport può essere una valvola di sfogo per mantenere un equilibrio psicologico in questo momento cosi’ difficile“. Poi la conclusione: “Il nostro è uno sport di talento, non di tecnica e non sono preoccupato di perdere una generazione di potenziali campioni. Spero solo che le tante società che vivono di sponsor e volontari e per cui riusciamo ad avere un alto numero di tesserati non debbano chiudere i battenti. Sarebbe un disastro per il ciclismo”.