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In questo periodo storico sono tanti gli appelli degli sportivi per combattere contro la diffusione del coronavirus. Alle tante voci si aggiunge quella del commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo Davide Cassani: “Il nostro compito ora è stare a casa, preoccuparci della nostra salute ma soprattutto per la salute di quelli più fragili – ha scritto il ct sulla sua pagina Facebook – Il ciclismo non muore, si ferma. Ed è giusto così“. E ancora: “È un gravissimo colpo per uno sport che porta soltanto gioia. Cos’è una corsa? Un trenino colorato, il tempo che si ferma per qualche secondo, quello che serve per vedere quel trenino passare. La gioia dell’attesa, l’emozione per quei secondi che scorrono lenti, il ricordo di quei momenti che ti porti nel cuore. In questo momento non si può correre perché il pubblico è troppo coinvolto, perché la gente è parte integrante di una corsa, perché il ciclismo è sulla strada, è l’arte dell’incontro, è tendere la mano, sentire l’odore del suo sudore. Ecco tutto questo ora non si può fare – conclude Cassani – perché è pericoloso“.
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