“Che stagione sarà? Flash, senza fiato né pause. Quando partiamo non ci fermiamo più“. Queste le parole di Elia Viviani in merito all’ormai imminente ripresa delle gare, dopo uno stop forzato così prolungato. “Non mi era mai successo di stare fermo così a lungo, nemmeno da junior” ha ammesso il ciclista veronese a Il Corriere della Sera. Viviani ha raccontato anche cosa gli sia mancato maggiormente in questa pausa da allenamenti e corse: “Lo spirito di squadra, la competizione. Alzarsi la mattina senza un obiettivo, è pesantissimo. La sera ero abituato a coricarmi pensando a una tappa favorevole per me o a una classica da vincere“.
Lato positivo è che la stagione non sia stata chiusa e che ci siano le date per riprendere, nonostante la crisi economica che inevitabilmente si farà sentire: “Sono fortunato perché fin qui ho ricevuto lo stipendio pieno, sono previste riduzioni del 15-20% solo se la stagione non ripartisse per niente. Ma so di colleghi rimasti senza stipendio e sponsor. Se è andato in crisi il calcio, che sembrava intoccabile, figuriamoci il ciclismo…“. Viviani, in vista della ripartenza, ha gli obiettivi ben chiari: “Ho rifatto il programma più volte, mentre cambiava il calendario, ma l’obiettivo resta il traguardo di Via Roma. Sull’idea di arrivarci l’8 agosto senza gare e a venti giorni dal Tour, resto scettico: allora sarebbe meglio correrla il 22. Aspettiamo l’ufficialità“.
Sulla Grand Boucle, Viviani ha dichiarato: “Da quest’anno sono leader della Cofidis, squadra francese. La priorità è il Tour. Ma vorrei tornare al Giro con lo spirito del 2018: a manetta dall’inizio alla fine e la maglia ciclamino in spalla“. Nel mirino anche le Olimpiadi di Tokyo, rinviate al 2021, dove Viviani tenterà di difendere l’oro olimpico dell’omnium: “La pista è un progetto che per forza di cose è rallentato, però presto vorrei riprendere gli allenamenti al velodromo di Montichiari. L’Olimpiade è un obiettivo strano: senza Coppe del Mondo quest’inverno rischiamo di arrivarci solo con l’Europeo nelle gambe… Sarà una sensazione assurda non avere confronti con il mondo prima di Tokyo“.