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Giovanni Visconti ha detto basta. Il 39enne del team Bardiani-CSF-Faizanè ha annunciato il ritiro dal ciclismo professionistico con un lungo post sul proprio profilo Instagram, dopo il ritiro dalla Tirreno-Adriatico. Un messaggio lungo, di un professionista e uomo maturo, consapevole di quanto fatto lungo la sua carriera, iniziata tra i pro nel 2015, ma anche “cinico” nel dire basta dopo tante difficoltà. “Non so se reputarmi un debole o se invece sentirmi forte in questo preciso istante. Non so cosa penserete tutti e non so cosa aspettarmi. Una cosa però la so bene: da mesi e mesi soffro sulla bici e soffro giù dalla bici. Non sono di certo diventato un campione ma credo di essere stato un buon corridore. Ho vinto ciò che il mio fisico e la mia testa mi hanno permesso di vincere e se mi guardo indietro posso avere solo qualche rammarico, nessun rimorso”, si legge. Visconti può vantare diversi riconoscimenti di livello, tra cui la vittoria di due tappe del Giro d’Italia nel 2013 e il Giro di Toscana 2019, il suo ultimo trofeo, oltre ad essere stato tre volte campione italiano in linea.
Il suo messaggio continua spiegando che si ritira nonostante non si senta ancora “al tramonto”, come ciclista: “Non voglio essere quel corridore che si trascinerà dietro la bici quando ormai la sua carriera sarà al tramonto. Quello che sta lì in mezzo al gruppo quando va bene ma che rimane anonimo, quello che viene dimenticato nonostante la sua presenza. Cos’altro devo dimostrare? Ho già detto che non sono un campione e di certo non lo diventerò a 39 anni, allora perché non volersi un po’ più bene e trovare la forza di dire basta? Forse è solo la paura di ciò che sarà e di ciò che lascerò. Se ci penso bene però non posso che essere fiero di me stesso e di quello che sono riuscito a raggiungerò”.
Nella parte finale del messaggio, i ringraziamenti a chi gli è stato vicino e una dedica ai tifosi: “Il ciclismo mi ha dato tutto quello che ho. Ci ho provato con tutte le mie forze a tornare ad un buon livello nonostante i miei tanti problemi e anzi devo dire grazie alla famiglia Reverberi e a tutta la Bardiani Csf Faizanè per la possibilità che mi hanno dato e per avermi ‘aspettato e rinfrancato’ più volte. Sarei voluto tornare sul campo per ringraziarvi come si deve e per chiudere meno anonimamente, ma mentre alla mia età per tornare ad alti livelli ci vuole tempo, è per tornare invece sottoterra che basta un attimo e così per l’ennesima volta mi ritrovo ad un bivio. Sinistra o destra ciclismo, dritto vita. Ho girato ormai troppe volte da una parte e dall’altra credendo di potercela fare ma alla fine torno sempre qui, al bivio. Non sono più in grado di girare, devo serenamente prenderne atto”.
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