Stop all’uso incontrollato di monossido di carbonio. E’ questa la decisione ufficiale della Federazione Mondiale di Ciclismo, Uci, che ha vietato l’utilizzo di questa pratica a partire dal prossimo 1o febbraio. Questa scelta è stata presa nel corso del congresso ad Arras, che si sta tenendo a margine dei Mondiali di ciclocross a Liévin, in Francia. Lo stop dell’Uci arriva dopo mesi di preoccupazione nei confronti dell’utilizzo del monossido di carbonio tra i corridori. Infatti, la Federazione ha chiesto all’Agenzia mondiale antidoping (WADA) di includere la sostanza tra quelle vietate dopo il Tour de France della scorsa estate.
Nel corso del Tour transalpino, era venuto alla luce l’utilizzo di un macchinario per il monossido di carbonio da parte di alcune squadre, Visma e Israel. Gli strumenti di rebreathing erano forniti dall’azienda danese Detalo Health. Il direttore dell’impresa, Carsten Lundby, si era espresso contrario all’utilizzo del gas nel ciclismo: “Personalmente, io sono contro l’inalazione di monossido di carbonio con l’obiettivo di migliorare le prestazioni. Penso che sia contro lo spirito dello sport. Non voglio che miei figli inalino un gas tossico con l’idea di farlo per diventare campioni del mondo.
“La finalità del rebreathing è quella di determinare il volume della parte corpuscolare del sangue, non certo quello di creare una carenza artificiale di ossigeno. Noi abbiamo già pubblicato il nostro punto di vista sconsigliando fortemente l’uso del monossido di carbonio per fini prestativi. È una cosa che può creare rischi per la salute e, oltre un certo limite, diventare tossica. Se però lo strumento in questione viene usato per fini diagnostici, ci sono zero vantaggi sul piano delle prestazioni”.
Cosa rende il monossido di carbonio rischioso
“Il monossido di carbonio è utilizzato solitamente nella medicina dello sport per misurare la massa totale dell’emoglobina e il volume del sangue. In particolare, serve a esaminare gli effetti dell’allenamento di resistenza e dell’esposizione all’altitudine sulla capacità di trasporto dell’ossigeno nel sangue”, spiega l’Uci. La Federazione aggiunge che la sua inalazione ripetuta può portare a diversi problemi fisici: mal di testa, nausea, letargia, vertigini e confusione. Tutte condizioni che potrebbero rivelarsi croniche. I sintomi possono peggiorare in qualsiasi momento, trasformandosi in disturbi del ritmo o malattie cardiache, ma anche attacchi epilettici, paralisi e perdita di coscienza.
L’Uci permette l’inalazione del monossido di carbonio all’interno di una struttura sanitaria e sotto la responsabilità di un operatore esperto nella manipolazione del gas a scopo medico. La Federazione ha limitato la quantità di monossido consentita, concedendo il suo utilizzo solo nella quantità strettamente necessaria alla misurazione e una seconda inalazione “sarà autorizzata solo due settimane dopo la misurazione iniziale“. Ogni seduta dovrà essere registrata nel passaporto biologico di ogni corridore.