Il percorso della Vuelta a Espana 2025, presentato ufficialmente oggi a Madrid, ha svelato interamente il volto dell’edizione numero 90 della corsa spagnola. Come già noto da alcune settimane la partenza sarà dall’Italia, con Torino che ospiterà la corsa con la prima frazione che vedrà l’arrivo a Novara per una probabile volata. Attenzione però già alla seconda tappa, con l’arrivo di Limone Piemonte che non sarà durissimo ma comunque in vetta a un GPM di seconda categoria. La tre giorni italiana si chiuderà con una frazione ondulata da San Maurizio Canavese a Ceres, per una giornata che potrebbe anche essere favorevole ai fuggitivi da lontano. Nella quarta giornata la Vuelta lascerà l’Italia per dirigersi in Francia, con l’arrivo di Voiron dopo aver affrontato a inizio tappa il Monginevro e il Lautaret.
L’APPRODO IN SPAGNA, L’INIZIO DELLE VERE OSTILITA’
Se le quattro giornate iniziali dovrebbero avere poco da dire in ottica classifica generale, l’arrivo in Spagna con trasferimento aereo segnerà l’inizio di una Vuelta più classica e in linea con le ultime edizioni della corsa. Prima però c’è spazio per un altro tocco di innovazione, dal momento che la quinta tappa sarà la cronometro a squadre di Figueres. Una prova sempre più rara nei Grandi Giri, ma sicuramente da non sottovalutare per tutti coloro che vorranno ambire al podio finale. Un altro sconfinamento sarà quello del giorno dopo, con l’arrivo di Andorra che segnerà anche la prima vera battaglia in salita tra i big della classifica generale. Come sottolineato dal direttore Javier Guillen, l’intenzione è quella di “rendere omaggio alla tradizione inserendo alcuni passi che hanno ne hanno segnato la storia” in occasione della novantesima edizione della Vuelta. In questo senso è da leggere l’arrivo in quota di Cerler, che insieme a Valdezcaray rappresenteranno giornate “storiche” in chiusura di prima settimana.
TANTE MONTAGNE, SPICCANO IL “MOSTRO” ANGLIRU E LA BOLA DEL MUNDO
Tra le tante salite in programma, l’edizione numero 90 non poteva certo esistere senza il “Mostro” delle Asturie, quell’Angliru che ormai è diventato un must della Vuelta e che quest’anno sarà presente nella tredicesima tappa come punto di arrivo di quella che sarà la frazione più lunga della corsa. Attenzione anche al giorno dopo, con l’Alto de Farrapona che potrebbe mietere vittime illustri. Attenzione poi alla cronometro di Valladolid, che presenterà 26 km contro il tempo potenzialmente decisivi prima delle ultime durissime giornate. Alla vigilia dell’arrivo di Madrid ecco la Bola del Mundo, salita tremenda a oltre 2200 metri di quota con un finale che promette come sempre grandissimo spettacolo.
POGACAR, IL NODO DA SCIOGLIERE: GIRO O VUELTA INSIEME AL TOUR?
Inutile dire che gli organizzatori sperano nella partecipazione di Tadej Pogacar come grande attrazione mediatica per la Vuelta numero 90. Il fuoriclasse sloveno, reduce dalla storica doppietta Giro-Tour, ha partecipato alla corsa spagnola solo nel 2019 quando da giovanissimo chiuse al terzo posto. Una vittoria gli permetterebbe quindi di chiudere la “Tripla Corona”, anche se ufficialmente Tadej ha affermato di voler aspettare gennaio per capire anche come sarà il percorso del Giro d’Italia. Punto fermo sarà sicuramente il Tour de France, non resta che attendere qualche settimana per capire quale appuntamento sarà affiancato a quello transalpino. Sulle strade della Francia Pogacar troverà sicuramente Vingegaard come principale avversario, ma il danese sembra pronto a propendere verso un esordio al Giro tralasciando forse la Vuelta.