Greg Van Avermaet vince la sua prima Parigi – Roubaix mettendosi alle spalle il ceco Stybar e l’olandese Langeveld, quando prima di Arenberg il campione olimpico rischiava di restare tagliato fuori dai giochi. Migliore degli italiani il giovanissimo Gianni Moscon che conclude con una splendida quinta piazza. Tanta sfortuna per Peter Sagan, vittima di due forature mentre Tom Boonen non riesce a chiudere la carriera con la quinta vittoria personale alla Parigi – Roubaix.
La 115° edizione dell’Inferno del Nord, prevede 257 chilometri, di cui 55 sul temibilissimo pavé suddiviso in 29 settori. La corsa delle pietre comincia fin dai primi chilometri con un’andatura altissima (51 km/h di media dopo la prima ora) che non permette a nessun tentativo di fuga di prendere il largo. Ci provano in molti e tra le formazioni più attive ci sono la Cannondale e la Katusha. Riesce, però, a prendere un discreto margine di vantaggio (mai più di un minuto) un terzetto formato da Wallays della Lotto Soudal, Delage della Fdj e Martinez della Delko, anche se quest’ultimo riuscirà a restare in avanscoperta solo per pochi chilometri. Il secondo tratto di pavé è caratterizzato da una bruttissima caduta dove rimangono coinvolti Groenenwegen della Lotto NL – Jumbo e Naesen della Ag2r, due possibili protagonisti nel finale. Il corridore belga con un’incredibile sforzo in solitaria riesce comunque a riportarsi in gruppo.
La corsa continua a ritmi altissimi e si susseguono cadute e incidenti meccanici che colpiscono diversi corridori interessanti tra cui il terzetto della Sky: Moscon, Rowe che si ritirerà e Stannard che resterà fuori dai giochi, Van Avermaet che riuscirà a rientrare solamente dopo la foresta di Arenberg grazie all’aiuto di Scotson e Terpstra, vincitore della Roubaix nel 2014, che sarà anche lui costretto al ritiro.
Nel frattempo sulla coppia al comando si riporta la seconda punta dell’Ag2r Vandenbergh che aumenta il ritmo in testa alla corsa e a farne le spese è il francese Delage. Il primo a uscire dal primo tratto da cinque stelle, che mostrano il coefficiente di difficoltà, è Wallays in coppia con Vandenbergh. Mentre il gruppo, grazie anche all’andatura forsennata (47,7 di media prima della miniera) e ai moltissimi incidenti arriva già parecchio selezionato alla foresta di Arenberg, non più di una quarantina di corridori, con Van Avermaet che è ancora costretto a inseguire.
A 80 chilometri dalla fine sul pavé tenta il forcing la Trek Segafredo che sorprende un po’ tutti ma non Peter Sagan che parte in contropiede con il compagno di squadra Bodnar e a loro si accodano Oss della Bmc e Stuyven della stessa Trek ma la sfortuna colpisce anche questa domenica il Campione del mondo in carica che mentre si cimentava nella sua azione ha forato la ruota posteriore. Si deve quindi fermare Sagan, mentre Oss e Stuyven colgono l’occasione per andarsene. Nel frattempo si susseguono gli attacchi e riescono a uscire dal gruppo l’italiano Gianni Moscon della Sky, Roelandts della Lotto e Clayes della Cofidis che riescono a riportarsi sulla coppia al comando.
Sul tratto di Mons en Pevele, il secondo da cinque stelle, ci riprova nuovamente Sagan che fraziona maggiormente il gruppetto e permette il ricongiungimento con i 5 uomini al comando. Oss però non vuole sentirne di arrendersi e parte nuovamente in contropiede in solitaria a 40 chilometri dalla fine. Alle sue spalle si muovono Stybar, Langeveld e Roelandts; su di loro si riporta Peter Sagan, vittima però di un’altra foratura e mentre è a bordo strada viene sorpassato da Van Avermaet, Stuyven e Moscon che riescono a rientrare sul terzetto al comando. A questo punto viene fatto fermare dalla Bmc Daniel Oss, per aiutare capitan Van Avermaet e per evitare che si ricongiungano a loro Sagan, Boonen, Naesen e Degenkolb su tutti.
Il Carrefour de l’Arbre risulterà decisivo, dove Van Avermaet con il suo forcing è riuscito a liberarsi di Roelandts, Moscon e Stuyven. Dietro, invece, Bonnen e Naesen tentano il tutto per tutto per recuperare i 30 secondi di distacco. Sul terzo tratto da cinque stelle naufraga definitivamente di gambe e probabilmente anche di testa Sagan.
A giocarsi la corsa saranno quindi Van Avermaet, Langeveld e Stybar che entrano insieme nel velodromo. I tre si studiano un po’ troppo e su loro rientrano Moscon e Stuyven che cercano di sorprenderli ma senza successo. La volata di Van Avermaet è maestosa e scavalca senza difficoltà Stybar che chiuderà secondo. Sul gradino più basso del podio Langeveld.