“Dove? Nella preparazione, nell’avvicinamento” spiega lo Squalo, “A Paolo (Slongo, ndr) l’ho detto chiaro e tondo: tornassi indietro, non avrei fatto due ritiri in montagna, ma uno solo. E avrei inserito qualche gara in più“. “D’altronde con la squadra si è deciso per un programma italiano” ha proseguito Nibali, “per dare risalto alle nostre gare, cosa giusta, e per non ‘mescolarci’ con gli altri corridori a causa del Covid. Altra scelta che ci poteva stare, come quella di limitare viaggi. Poi, ho trovato ingenerose diverse critiche nei miei confronti“.
Nibali però non si nasconde, le aspettative per il Giro erano ben diverse: “Sì, ci mancherebbe. E criticarmi è facile. Ho sempre regalato belle emozioni e lo posso capire. Ma da tanti anni, quando puntavo a un grande giro, lottavo per le primissime posizioni. Un anno storto può capitare, anzi c’è chi ne ha fatti di più di me. Di sicuro non mi ha mai regalato niente nessuno. E non più tardi del 2019, al Giro ero arrivato secondo. Tra Carapaz e Roglic, che all’ultima Vuelta si sono confermati…“.
Il 2021 potrebbe rappresentare l’ultimo anno di carriera per il corridore siciliano: “Non vorrei che diventasse un tormentone, questo. Non lo so, vivrò alla giornata. Posso ancora fare delle belle cose nel ciclismo, una volta analizzato bene questo 2020“. “La mia idea è di non avere un appuntamento su cui concentrami ma correre, tra virgolette, libero, senza la pressione e lo stress del risultato a tutti i costi. E senza pensare alle gare successive” ha concluso Nibali.