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Vincenzo Nibali è pronto per il Tour de France 2018 a dieci anni di distanza dall’esordio assieme a Chris Froome. “Lo affronterò come tutti gli altri, da Porte a Uran, da Bardet a Dumoulin. Il regolamento lo permetteva anche prima dell’assoluzione – ha detto in un’intervista sulle colonne di “La Repubblica”, ponendo l’accento sul Mondiale – Quel percorso di Innsbruck mi piace da morire. Tra Tour e Mondiale sceglierei questo perché non l’ho mai vinto e correre con quella maglia per un anno è una cosa speciale. E poi sogno l’Olimpiade di Tokyo. Quindi almeno fino al 2020 mi vedrete in bici”.
Vincenzo non è spaventato dall’età che avanza: “Compirò 34 anni solo a novembre, in passato altri corridori hanno vinto grandi corse a tappe più anziani di me – ha proseguito, parlando poi del Giro d’Italia – Chi l’ha corso mi ha raccontato di ritmi impressionanti. La squadra di Simon Yates ha tenuto la corsa chiusa tutti i giorni, hanno lottato anche per i traguardi volanti. Questo alla fine ti logora, ma ha logorato anche gli altri, tanto che alla fine sono emersi i corridori più esperti, quelli che conoscono meglio degli altri la distanza delle tre settimane”.