La prova in linea maschile categoria Elite, con la quale domenica 16 calerà il sipario sulla Mondiale di Doha 2016, si preannuncia come una sfida tra ruote veloci. Infatti, al netto delle numerose insidie – quali le elevate temperature (previste attorno ai 35°C) e la lunghezza del tracciato (ben 257.5 km) – e incognite (a cominciare dal vento), risulta difficile immaginare un epilogo diverso dallo sprint a ranghi compatti; questo in virtù del profilo altimetrico della corsa, piatto come un tavolo da biliardo. Allo stesso modo la pensano i commissari tecnici delle nazionali, che nel diramare le proprie convocazioni hanno scelto inevitabilmente di puntare su uomini veloci e su chi li possa assistere.
Con il dorsale numero 1 prenderà il via Peter Sagan, lo slovacco campione del mondo un anno fa in quel di Richmond e campione d’Europa il mese scorso a Plumelec, in un 2016 che lo ha visto trionfare anche al Giro delle Fiandre e alla Gand-Wevelgem (tredici i successi stagionali per lui). Dunque un atleta particolarmente adatto a questo tipo di prove, che – sebbene più a suo agio su percorsi maggiormente “accidentati” (dal punto di vista altimetrico) e pur non disponendo del medesimo spunto veloce degli sprinter puri, oltre che di una squadra in grado di sostenerlo nelle fasi cruciali – potrà certamente dire la sua, specie se la corsa si farà più dura. Vedremo se Sagan riuscirà a cogliere quella doppietta iridata riuscita per ultimo a Paolo Bettini, campione del mondo nel 2006 e nel 2007.
Il campione del mondo uscente dovrà guardarsi inevitabilmente dagli sprinter puri, a cominciare da Mark Cavendish: il britannico, che sembrava aver imboccato la parabola discendente, è tornato prepotentemente sugli scudi quest’anno, cogliendo quattro vittorie di tappa al Tour de France e la medaglia d’argento nella specialità dell’omnium ai Giochi di Rio. Già vincitore di una Milano-Sanremo (era il 2009) e campione del mondo nel 2011 in quel di Copenaghen, “Cannonball” sa come imporsi nelle corse di un giorno. Al pari di Tom Boonen, che conquistò la maglia iridata undici anni fa e per il quale è il palmarès (che comprende anche quattro Parigi-Roubaix e tre Giri delle Fiandre) a parlare; a 36 anni suonati, “Tornado Tom” non dispone certo dello spunto veloce che lo contraddistingueva in passato, ma avrà dalla sua una corazzata – il Belgio – in grado di rendere la corsa più impegnativa per gli avversari.
Tra le nazionali che potrebbero schierare più punte, impossibile non pensare alla Germania, che potrà contare su due velocisti puri quali André Greipel e Marcel Kittel; il primo con la vittoria sugli Champs-Élysées all’ultimo Tour de France come principale biglietto da visita in questo 2016, il secondo reduce da un paio di stagioni lontane dai livelli cui aveva abituato in precedenza. Peraltro della selezione teutonica farà parte anche John Degenkolb, altro uomo veloce, capace di conquistare nel 2015 Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix, ma che quest’anno ha corso poco a causa del grave incidente occorsogli durante un allenamento lo scorso febbraio. La Francia, analogamente, schiera Nacer Bouhanni e Arnaud Demare (quest’ultimo vincitore – tra mille polemiche – dell’ultima Milano-Sanremo), sprinter di sicuro affidamento, ancorché inferiori – almeno sulla carta – a quelli citati in precedenza.
Leader indiscussi delle rispettive formazioni saranno il colombiano Fernando Gaviria e il norvegese Alexander Kristoff. Quest’ultimo, capace di conquistare due anni fa la Milano-Sanremo e lo scorso anno il Giro delle Fiandre, è reduce tuttavia da una stagione priva di acuti che permettano di ascriverlo tra i principali favoriti alla maglia iridata. Il 22enne colombiano, invece, è stato protagonista la scorsa primavera, con la medaglia d’oro conquistata nella specialità dell’omnium ai mondiali su pista (disciplina che lo ha visto fallire invece l’appuntamento olimpico) e con una Milano-Sanremo che lo ha visto pienamente in lizza per la vittoria, finché una caduta a poche centinaia di metri dalla conclusione non lo ha messo fuori causa.
Concentriamoci infine sulla nazionale italiana guidata da Davide Cassani, che avrà in Elia Viviani e in Giacomo Nizzolo i propri punti di riferimento. Il veronese di Isola della Scala – splendido vincitore della medaglia d’oro nell’omnium ai Giochi olimpici di Rio – ha dalla sua un ottimo spunto veloce, che gli ha permesso in stagione di imporsi davanti a sprinter più quotati; non sta attraversando tuttavia un ottimo momento di forma, complice l’influenza che gli ha impedito di prendere parte al recente Eneco Tour, minandone così l’avvicinamento alla rassegna iridata. Nizzolo, al contrario, è reduce dalle incoraggianti vittorie alla Coppa Bernocchi e al Gran Piemonte, che – precedute dal prestigioso successo al campionato italiano – potrebbero aver posto fine al suo status di “eterno piazzato”; resta da vedere se saprà ripetersi su un palcoscenico così importante.