Togliete la Milano-Sanremo a Giacomo Nizzolo ed è come proibire a un bambino di andare al luna park. Un infortunio a inizio stagione ha privato il corridore milanese della sua corsa preferita, lo ha costretto a guardarla dal divano di casa, senza quel brivido alla partenza e quell’adrenalina che sale, tra le ali di folla dello sprint in via Roma. Ma il campione italiano è forte e sa guardare avanti e la sua voce ci trasmette fiducia.
“Non so dire quando potrò ricominciare a gareggiare – ci dice al telefono, alla vigilia di quella che sarebbe stata la “sua” corsa -. Fa male guardare la Milano-Sanremo dal divano, perché è la classica che più amo in assoluto e quest’anno avrei avuto la fortuna di disputarla indossando la maglia tricolore. È un grande dispiacere, ma spero di poterlo trasformare in motivazione per il resto della stagione e per i prossimi anni”.
Il diversivo del sabato pomeriggio, di quel dopopranzo del 18 marzo, sarà quello di scrutare i volti dei corridori e di indovinare quale sarà la ruota vincente. Intanto, Nizzolo si concede una previsione: “Le condizioni meteo quest’anno dovrebbero essere buone e questo favorirà i corridori più veloci. Una Sanremo asciutta è sempre più clemente. Visto come stanno andando le cose, il 2017 potrebbe essere l’anno del primo sorriso di Peter Sagan, perché tutti hanno visto il suo stato di forma in questi giorni. Subito dopo, ci sono Fernando Gaviria, Alexander Kristoff, Arnaud Démare e Nacer Bouhanni: questa sarà la rosa dei pretendenti al successo finale”.
Ma al cuor non si comanda e allora Nizzolo, corridore della Trek Segafredo, non potrà fare a meno di tifare per i compagni di squadra John Degenkolb (uno che la Sanremo l’ha vinta due anni fa) e Fabio Felline: “Sto passando in albergo a salutarli. Mi hanno detto che stanno molto bene. Degenkolb è un corridore che può dire la sua, perché in una volata dopo 300 chilometri è uno dei più forti al mondo e lo ha dimostrato due anni fa. Felline, invece, dovrà attaccare: anche lui è in grande condizione, ha una buona gamba e potrebbe inventarsi qualcosa sul Poggio”.
La Sanremo, però, resta principalmente una classica per sprinter. In Italia, ci sono tanti profili interessanti, ma la sensazione è quella che manchi sempre qualcosina per competere con i colleghi stranieri. La ricetta secondo Nizzolo: “Alcuni nostri avversari hanno una struttura fisica molto più possente della nostra e negli sprint di forza sono avvantaggiati. Quando la corsa si fa dura, però, noi italiani sappiamo approfittarne: ogni volata ha una storia a sé, insomma”.
E di volate, al Giro 100, ce ne saranno tantissime. Da Olbia a Cagliari, passando per Messina, Alberello, Reggio Emilia, Tortona, fino ad arrivare a Milano. La Milano di Nizzolo: “Sentire questi nomi mi fa capire che il Giro è davvero vicinissimo. Non so in che condizione fisica lo affronterò, ma sono sicuro di voler dare il massimo”. Come a dire, lì dove non arrivano le gambe, arriva il cuore: “Esattamente. Ho delle motivazioni importantissime. Porterò il tricolore sulle strade della centesima edizione del Giro d’Italia e voglio onorare a tutti i costi questa maglia”.
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