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In occasione dell’anniversario della morte di Marco Pantani, la mamma ha voluto ricordarlo ai taccuini del Corriere dello Sport: “Lui voleva una squadra di 1000 bambini per insegnargli ad andare in bici. Purtroppo non ce l’ha fatta, quindi ho deciso di farlo io per lui. Dopo 12 anni però ho lasciato. Il motivo? Il ciclismo è destinato a morire. L’ho capito vedendo i genitori che mettevano il caffè nelle borracce dei bambini. C’è un’idea della competitività esagerata quando i bambini dovrebbero semplicemente divertirsi“.
La donna ha poi aggiunto: “Marco pedalava tutto il giorno, non stava mai a casa. Anche in inverno stava sempre in cantina a sistemare la bici. E’ iniziato tutto per gioco perché vedeva i suoi compagni uscire con il gruppo ciclistico Fausto Coppi e un giorno li ha seguiti con la mia bici. Quando sono tornata a casa era sul letto e mi ha detto: ‘Sono stanco morto, ma non sono riusciti a staccarmi‘”. Infine, la mamma di Pantani ha svelato un retroscena dolceamaro: “Quando Marco mi disse che voleva smettere di correre, io gli chiesi se fosse matto. Mi spiegò che non era più lo stesso sport: dopo alcuni anni l’ho capito“.
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