È arrivato l’atteso comunicato dell’Unione ciclistica internazionale (Uci) sul caso Luca Paolini: il corridore milanese, trovato positivo alla cocaina al Tour de France 2015, è stato giudicato “colpevole di violazione non intenzionale delle regole internazionali dell’antidoping” e per questo dovrà scontare una squalifica di 18 mesi.
Luca Paolini, classe 1977, è vicino ai quarant’anni e dopo questa stangata potrebbe chiudere anticipatamente una carriera che ha raggiunto picchi di alto livello, come la vittoria alla Omloop Het Nieuwsblad del 2013 e alla Gand-Wevelgem 2014. Quando, lo scorso 10 luglio, era uscita la notizia della sua positività a un controllo di tre giorni prima alla Grande Boucle, il suo team, la Katusha, lo aveva immediatamente sospeso dall’attività agonistica. Il corridore milanese in teoria avrebbe la possibilità di tornare in gara da gennaio 2017, tra meno di un anno, ma ne avrà ancora la voglia?
Il comunicato dell’Uci arriva soltanto un giorno dopo la notizia della recidività di Mattia Gavazzi, 32enne corridore della Amore&Vita. Per la terza volta in carriera il bresciano è stato trovato positivo alla cocaina. Anche per lui galeotto fu luglio 2015, quando stava correndo il Giro del lago Qinghai in Cina. Se per Luca Paolini era la prima volta, il rapporto con la cocaina di Mattia Gavazzi è un vizio che risale ai tempi dagli esordi tra i dilettanti. È il terzo stop in carriera, sempre per lo stesso motivo e a questo punto la radiazione è un’ipotesi concreta.