Jonas Vingegaard si schiera contro l’uso del monossido di carbonio nel mondo del ciclismo. Nel corso di un’intervista rilasciata a “Le Monde” il campione danese, due volte vincitore del Tour de France e secondo nell’ultima edizione alle spalle di Tadej Pogacar, ha detto la sua in maniera piuttosto chiara sull’uso della sostanza. Il tutto senza nascondere il fatto che lui stesso utilizza il monossido di carbonio durante la preparazione con il suo team, la Visma-Lease a Bike: “La mia squadra usa il monossido per misurare il volume sanguigno e la massa totale dell’emoglobina – spiega Vingegaard – Lo inaliamo una prima volta all’inizio di uno stage di preparazione in altura, per poi ripetere l’operazione alla fine del periodo in quota così da poter calcolare la nostra massima capacità di assorbimento dell’ossigeno.”
A detta del 28enne di Hillerslev però altre squadre utilizzerebbero il monossido in maniera decisamente più centrale e massiccia. “Alcuni team alterano questo uso, inalando piccole ma frequenti dosi di monossido di carbonio. In questo modo ottengono un miglioramento importante delle performance dei propri corridori. Non è giusto, bisognerebbe che l’Agenzia Mondiale dell’Antidoping ne vietasse l’uso.”Â
Monossido, Uci e Wada chiamate a una decisione nelle prossime settimane
Con la stagione 2025 ormai alle porte, la palla passa inevitabilmente nelle mani dell’Unione Ciclistica Internazionale e della Wada, massimo organismo mondiale nella lotta al doping. Sul tema si è già espresso in maniera molto chiara il presidente dell’Uci, David Lappartient, che ha di fatto chiesto alla Wada di vietare l’uso del monossido di carbonio e considerarlo a tutti gli effetti una sostanza dopante. In ogni caso l’Uci è pronta a prendere una decisione in proprio, con il comitato direttivo che si riunirà il 31 gennaio e l’1 febbraio proprio con l’intento di vietare il monossido “al di fuori di un ambiente medico”. Allo stesso tempo la Wada valuterà con un’inchiesta la situazione, per poi eventualmente prendere una decisione analoga.
Vingegaard, no al Giro: al Tour sarà scontro frontale con Pogacar
Cresce intanto l’attesa per la nuova stagione, con la presentazione del percorso del Giro d’Italia andata in scena lunedì scorso. Proprio con l’ufficialità del tracciato della Corsa Rosa è arrivato l’annuncio ufficiale di diversi big, con Jonas Vingegaard che ha confermato l’intenzione di non correre il Giro. Il danese ha quindi in programma il Tour de France e la Vuelta di Spagna, un piano d’attacco che dovrebbe essere lo stesso del grande rivale Tadej Pogacar. In Francia sarà quindi scontro frontale tra i due che si sono divisi la vittoria delle ultime cinque edizioni della Grande Boucle, arrivando sempre primo e secondo dal 2021 al 2024.
La decisione di Vingegaard di non partecipare al Giro, sebbene già nell’aria da qualche settimana, ha suscitato reazioni miste tra appassionati e addetti ai lavori. Se infatti per alcuni la scelta del danese di puntare tutto sul Tour e sulla convinzione di poter battere il fenomeno Pogacar denota coraggio, dall’altra la doppietta con maglia rosa e maglia gialla messa a segno dallo sloveno nel 2024 avrebbe potuto rappresentare uno stimolo per Vingegaard. Allo stesso tempo un’eventuale vittoria del Giro, senza Pogacar come avversario, sarebbe forse stata vista come risultato “scontato” con il rischio poi di non presentarsi al massimo delle forze in Francia.
Il Giro d’Italia così rimane orfano dei due nomi più prestigiosi, ma potrà contare sulla presenza di Primoz Roglic. L’altro big sloveno cercherà la seconda vittoria dopo quella del 2023 e avrà come gregari di lusso Jai Hindley e Daniel Martinez, rispettivamente vincitore del Giro 2022 e secondo classificato dell’edizione 2024. Una Red Bull-Bora-hansgrohe in formato corazzata quindi, a cui la UAE Emirates cercherà di rispondere molto probabilmente con l’accoppiata formata da Juan Ayuso e Adam Yates. La Visma-Lease a Bike è pronta a rispondere con Simon Yates, insieme a Wout Van Aert che potrebbe regalare spettacolo specie nelle prime due settimane.