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Si sono svolti oggi, in forma privata, i funerali di Vittorio Adorni nella chiesa di San Sepolcro a Parma. La federazione ciclistica mondiale, di cui il ciclista è stato dirigente per 20 anni, ha mandato una corona di fiori con scritto: “Dalla famiglia Uci al caro amico Vittorio”. Erano presenti un centinaio di persone tra familiari e grandi nomi del suo ciclismo: Ernesto Colnago il primo ad arrivare, insieme con Gianni Bugno. C’era anche il c.t. Daniele Bennati e il direttore del Giro, Mauro Vegni, accompagnato dal direttore di corsa Stefano Allocchio, Davide Boifava e Valentino Campagnolo, Davide Cassani e Bruno Reveberi, Raffaele Babini e tanti ex professionisti come Casalini e Torelli. La moglie Vitaliana e i figli Vanni e Viviana abbracciano con affetto i compagni di una vita.
Romano Prodi, amico da sempre di Adorni, ha ricordato così il campione del mondo nel 1968: “Io gli dicevo sempre che lui aveva 18 anni e io 16. Pensi che abbiamo scoperto per caso la nostra presenza in quella corsa quarant’anni dopo, e abbiamo riso come matti… Che stile aveva Vittorio, era un uomo di stile. È stato l’ultimo grande politico sportivo italiano. Con lui è rimasta una stima proprio dello stile e dell’intelligenza della persona, della sua eleganza”.
Anche Ernesto Colnago si è espresso sul suo ex collega e avversario: “Adorni ha corso con la Philco nel 1962, lì c’era Fiorenzo Magni direttore sportivo e io ero il meccanico. C’era grande stima con Vittorio, aveva cinque anni meno di me, e mi chiedeva sempre, voleva sapere. E poi il Mondiale di Imola nel 1968, io in ammiraglia con il c.t. Mario Ricci, Adorni che va in fuga, noi ci avviciniamo con l’ammiraglia, Ricci era un po’ dubbioso, “forse è un po’ troppo presto”. E allora io faccio a Adorni: “Vittorio, tutto a posto?”. Lui mi schiaccia l’occhiolino e mi dice “non c’è problema”. E che amicizia mi ha sempre legato a lui e alla moglie Vitaliana”.
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