È stata presentata l’edizione 2025 della Vuelta, corsa che potrebbe vedere la presenza anche di Chris Froome. Almeno, questa è la speranza del campione keniota, naturalizzato britannico, espressa in un’intervista rilasciata a Marca. Froome, che nel 2019 ha subito un grave infortunio in seguito a un incidente, fratturandosi femore, gomito e sterno, non ha nascosto che “sarebbe fantastico tornare a gareggiare in un Grande Giro in quella che potrebbe essere la mia ultima stagione. Potrebbe essere un modo molto speciale di concludere la mia carriera”. La mente va subito, appunto, alla Vuelta, vinta nel 2011 e nel 2017: “La seconda è stata probabilmente la più difficile, considerando che poche settimane prima avevo vinto il Tour de France”, ha aggiunto il campione che è tra i pochi a poter vantare almeno una vittoria in tutti i Grandi Giri.
La carriera di Froome
Froome, che il prossimo 20 maggio compirà 40 anni, ha infatti scritto pagine indimenticabili del ciclismo. Ai due trionfi alla Vuelta si aggiunge quello del 2018 al Giro d’Italia e i quattro nel Tour de France (2013, 2015, 2016, 2017), oltre a due bronzi olimpici, a Londra nel 2012 e a Rio de Janeiro nel 2016, e altri tre bronzi mondiali. Ma la sua grandezza deriva non solo dai successi, ma dal fatto che questi siano arrivati dando vita ad epiche battaglie con nomi del calibro di Alberto Contador, Mark Cavendish e il “nostro” Vincenzo Nibali.
Vuelta 2025, si parte in Piemonte
L’Italia sarà protagonista nella prossima edizione della Vuelta, che prenderà il via il 23 agosto 2025, per poi concludersi il successivo 14 settembre. Le prime quattro tappe, infatti, si disputeranno in Piemonte: si inizia con la Venaria Reale-Novara, seguita dalla Alba-Limone Piemonte, dalla San Maurizio Canavese-Ceres e, infine, dalla Torino-Voiron. Quest’ultima, in particolare, segnerà il passaggio della corsa in Francia.
Gli organizzatori prevedono un impatto notevole sul turismo della Regione italiana: nel corso della presentazione odierna, il direttore della corsa, Javier Guillén, ha previsto un ritorno economico superiore a quanto accaduto due anni fa in Olanda. Allora, il ritorno fu di 40 milioni di euro complessivi, di cui 17 di ricadute dirette sul territorio.