I Mondiali di ciclismo a Zurigo si chiudono con un totale di 19 medaglie, 5 nel ciclismo e 14 nel paraciclismo, per la spedizione azzurra. “Sono tanti gli elementi che emergono da questi campionati del mondo i cui ottimi risultati si aggiungono a quelli delle Olimpiadi e Paralimpiadi – ha detto il presidente della Federciclismo Cordiano Dagnoni -. Torniamo a casa con un titolo mondiale, tra gli juniores, che offre diverse chiavi di lettura. Abbiamo ammirato in Finn un talento; diamogli tempo per completare la maturazione. Quest’anno nella categoria juniores abbiamo vinto titoli iridati con atleti diversi, a dimostrazione che il nostro futuro non è affidato ad un singolo corridore, ma alla forza di un movimento. Credo sia la miglior risposta a chi afferma che non ci sono ricambi ai campioni di oggi. Sono certo che tra qualche anno avremo corridori in grado di riempiere quel gap, tra i professionisti, che ci separa attualmente dai più forti. Ringrazio per questo prima di tutto le società, che sono la vera forza della nostra Federazione. Come non posso ricordare – aggiunge -, poi, gli altri protagonisti di questa spedizione, tutto il gruppo del ciclismo paralimpico, capace ancora una volta di ottenere risultati in un settore che ogni anno alza sempre più il livello complessivo con l’ingresso di nuovi paesi. Abbiamo, poi, ancora negli occhi la bella gara di Elisa Longo Borghini e la sua medaglia conquistata con la grazia e la leggerezza di una atleta che rappresenta un modello per tutti. Questi successi sono il frutto delle scelte realizzate all’inizio del nostro mandato e concretizzato poi dal lavoro di tutti i nostri CT, degli staff e del personale federale, coordinati da Roberto Amadio. Agli atleti e a tutti loro vanno i miei ringraziamenti, consapevole che altri appuntamenti importanti ci attendono, a cominciare dai mondiali pista di ottobre e poi, guardando oltre, alla stagione congressuale alla quale arriviamo con la forza dei risultati e la serenità di aver operato per il meglio“, ha concluso Dagnoni.