Mario Cipollini ha espresso preoccupazione per l’evoluzione del ciclismo giovanile, in quanto molti atleti potrebbero risentire fisicamente del lungo stop dovuto alla pandemia e dunque potrebbe loro sfuggire uno step importante per la crescita agonistica, oltre che per una fattore puramente economico. Di seguito le parole di Cipollini, intervenuto ai microfoni di Sky Sport, riguardo l’ultimo aspetto citato: “Sono molto preoccupato per il ciclismo giovanile. Credo che il ciclismo professionistico, ad altissimo livello, riesca a salvarsi perchè dietro ci sono compagnie economicamente potenti e riusciranno ad uscirne fuori. Organizzatori e Uci hanno ancora la speranza di disputare tutte le classiche e i Giri più importanti, non so invece fino a che punto le categorie giovanili potranno avere la possibilità di esprimersi nei prossimi mesi. Sto già pensando che quando tutto ripartirà dovremmo inventarci qualcosa per aiutare il serbatoio di questo sport“.
Successivamente Cipollini ha evidenziato come l’attenzione per i giovani sia fondamentale per lo sviluppo del ciclismo: “La speranza è che ci sia un ricambio nei giovani dilettanti. Il nostro futuro è tutto lì, noi abbiamo grandi ciclisti che militano in squadre straniere. Trentin, Viviani, Moscon, Nibali, Colbrelli e tanti altri potrebbero formare una grandissima squadra ma il ciclismo rispecchia l’economia e la società italiana, e noi in questo momento siamo in grande difficoltà. Quando vedo che ci mandano aiuti da Cuba, Albania e Romania mi fa piacere ma non dovremmo averne bisogno: se pensiamo alla nostra storia, questo momento di difficoltà mi mette a disagio. L’Italia è come un grande atleta che non riesce a gestirsi nè a ottenere risultati“.