Il ct della nazionale italiana di ciclismo Davide Cassani, intervistato da Adnkronos, ha parlato della difficile situazione che l’Italia sta vivendo a causa del coronavirus, soffermandosi soprattutto sullo sport a due ruote: “La dead line dei primi di giugno per capire se le Olimpiadi si faranno o no è molto tardi, almeno per le discipline della pista. Però siamo tutti sulla stessa barca, vedremo che succede e speriamo bene. Ci sono difficoltà soprattutto per quelli della pista, che devono avere una preparazione specifica con una calendarizzazione precisa: adesso i nostri si stanno allenando a Montichiari, ma non avere certezze è un problema: dovremmo sapere qualcosa entro 3 o 4 settimane”.
Cassani, però, è consapevole che le priorità adesso sono altre e che la situazione è tutt’altro che semplice: “Una cosa è stare qui a parlare tra noi di ipotesi, e un’altra è decidere quando hai in mano il governo dello sport: penso che in questo momento, fatte le dovute proporzioni con i veri problemi, abbiano un compito difficilissimo”.
Il ct, poi, torna sui Giochi Olimpici di Tokyo 2020, riferendosi in questo caso alle gare su strada: “A prescindere da quel che succede, il calendario internazionale è cancellato, non ci sono gare e se arriveremo in Giappone tutti saranno nelle stesse condizioni: ci si può allenare su strada ma per capire la tua vera condizione devi andare in gara perché è solo quella che ti fa capire in che condizione sei, e in questo senso il livello è comune. Quando ci si allena per strada rischi sempre di essere buttato giù, e ora si aggiungono pure gli insulti. Ieri Manuel Belletti e altri professionisti hanno riferito di essere stati presi a parolacce da automobilisti perché erano in bici”.