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Un nuovo scandalo nel mondo del ciclismo nei confronti di Lance Armstrong. Lo statunitense, infatti, è stato accusato di aver usato la tecnologia durante la sua carriera per aiutarsi a vincere, oltre al doping, che gli è già costato tutti i titoli. Il giornalista francese, esperto di ciclismo, Antoine Vayer, ha raccolto diversi video con un gesto in comune. Si tratterebbe di piccoli dispositivi che pesano solo 800 grammi, quindi molto facili da nascondere all’interno delle biciclette. Sono composti da un motore che produce 500W di potenza e da una batteria che si inserisce all’interno della borraccia utilizzata dai ciclisti. Tuttavia, la forza che esercitano non è sufficiente per impedire al ciclista di pedalare: ”Non è come andare in moto. Devi lavorare sodo per farlo funzionare”, ha spiegato Harry Gibbings, capo di Typhoon, un produttore di questi tipi di motori.
Le accuse di Vayer fanno seguito a quelle di Jean-Pierre Verdy che ha trascorso gran parte della sua vita a caccia di imbroglioni nel mondo dello sport nel ruolo di capo dei controlli presso l’Agenzia francese antidoping. Verdy in un’intervista rilasciata a France TV per promuovere il suo libro “Doping: my war against cheaters”, ha rivelato che a suo parere i metodi di Armstrong andavano oltre il “semplice” doping chimico: “Sono convinto che avesse un motore nella bici. Ho ancora in testa le immagini di una tappa di montagna dove ha staccato tutti con una facilità imbarazzante”.
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