Ciclismo

Cairo: “Giro d’Italia corsa a tappe più dura del mondo nel Paese più bello del mondo”

Urbano Cairo
Urbano Cairo, Torino - Foto LiveMedia/Davide Casentini

Urbano Cairo non vede l’ora che il Giro d’Italia 2023 parta. Il presidente oltre che del Torino, ma anche del  Rcs MediaGroup Urbano ha parlato in quel di Roma, in occasione della “Vetrina per il saper fare italiano” nella sala delle Conferenze internazionali del Ministero degli Affari Esteri, del prossimo Giro d’Italia.

Le parole di Cairo: “Mi fa piacere che da parte del governo italiano ci sia stata la sensibilità di capire quanto il Giro d’Italia possa fare per il nostro Paese, come possa attrarre turisti e non solo. Parliamo di una corsa a tappe seguita da milioni di persone sulle strade e vista in 200 paesi nel mondo. L’Italia ha, credo, il 70% del patrimonio artistico e culturale del mondo e il Giro può fare molto a livello turistico. Abbiamo organizzato quest’edizione 106 anche per mostrare in modo spettacolare, grazie ad immagini migliori, quanto sia bella l’Italia. Dicono sia la corsa più dura del mondo nel paese più bello del mondo, di certo è uno strumento straordinario e mi fa un immenso piacere che il governo abbia avuto la sensibilità di coglierlo. Utilizzando il Giro il Paese può crescere ancora, insieme possiamo fare qualcosa di davvero importante”.

Non solo Cairo presente, ma anche il ministro Tajani che ha parlato così del Giro: “Gli eventi sportivi possono essere un faro che si accende sul nostro Paese. Il Giro è così importante non solo perché è una manifestazione storica che ci racconta i campioni del passato, da Coppi e Bartali fino a Moser e Vincenzo Nibali che è con noi oggi. Ma il Giro è anche un modo per far conoscere davvero l’Italia, raggiunge luoghi e città che il grande pubblico non conosce, i nostri corridori si arrampicano sulle montagne, visitano piccoli centri che sono parte del nostro patrimonio culturale e che vogliamo mostrare al mondo. Lo sport è parte integrante della nostra politica per la crescita e della nostra politica estera, un modo per mostrare le nostre capacità, anche come industria. Ho visto partire il Giro da Israele, mi piacerebbe che il prossimo anno parta dall’Ucraina, vorrebbe dire che la guerra si è conclusa e sarebbe un bel segno di amicizia e solidarietà verso un Paese che sosteniamo con forza”.

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