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Una delle più belle vittorie del passato recente per quanto riguarda il ciclismo italiano porta senza dubbio la firma di Fabio Aru, trionfatore della Vuelta a Espana 2015. Il sardo, ai tempi in forza all’Astana, divenne il sesto italiano della storia a vincere la grande corsa a tappe spagnola. Un successo ottenuto in extremis alla ventesima ed ultima tappa, l’ultima occasione utile per strappare la maglia rossa di leader della generale all’olandese Tom Dumoulin. Aru e tutta la squadra, diretta in ammiraglia da Beppe Martinelli, regalano spettacolo e interpretano alla perfezione la corsa.
Sabato 12 settembre 2015 si corre la ventesima tappa della Vuelta, da San Lorenzo de El Escorial a Cercedilla dopo poco meno di 176 chilometri. Si tratta dell’ultima frazione prima della passerella di Madrid del giorno seguente. Al mattino la maglia rossa è sulle spalle di Tom Dumoulin, che però ha appena 6″ di margine su Aru mentre “Purito” Joaquim Rodriguez insegue a 1’24”. Il cavaliere dei Quattro Mori deve recuperare pochissimo quindi, ma nonostante questo insieme alla squadra opta per una tattica davvero spregiudicata.
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Nella classifica fuga di giornata infatti l’Astana inserisce Zeits e Luis Leon Sanchez, gregari che potrebbero tornare utili nelle fasi finali della tappa in caso di un attacco di Aru. I fuggitivi prendono un margine di oltre dieci minuti e si guadagnano il diritto a giocarsi il successo di giornata, ma ovviamente i due uomini Astana sono lì con un altro scopo. Nel gruppo degli uomini di classifica la scintilla scatta a circa 50 km dall’arrivo: un superlativo Mikel Landa accelera per favorire Aru che è il suo capitano. Rimangono subito pochissimi uomini e a 43 km dall’arrivo Aru parte in prima persona con uno scatto secco che fa staccare Dumoulin: l’olandese appare in netta difficoltà e perde in poche centinaia di metri oltre 20 secondi.
Dopo la discesa Dumoulin sembra poter rientrare, ma proprio nel momento perfetto Landa e Aru ritrovano Zeits: il kazako tira a tutta ed impedisce il rientro dell’olandese, che in men che non si dica torna ad accusare oltre trenta secondi di distacco. Per la maglia rossa si tratta anche di un duro contraccolpo psicologico e infatti Dumoulin crolla: nell’ultima salita e nella seguente discesa l’olandese accumula quasi quattro minuti di ritardo da Aru ed in un sol giorno precipita al sesto posto in classifica generale.
Davanti Plaza vince la tappa dopo la fuga, Aru gestisce il vantaggio su Purito Rodriguez e va a trionfare in classifica generale conquistando il primo e finora unico grande giro della carriera. La speranza è che al ritorno del ciclismo sulle strade il sardo possa ritrovare lo smalto dei tempi migliori.
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