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Ripensarci oggi provoca una triste nostalgia: maggio è da sempre il mese del Giro d’Italia, che unisce milioni di appassionati in tutto il mondo. Esattamente l’11 maggio dello scorso anno prendeva infatti il via l’edizione 2019 della Corsa Rosa, con la cronometro individuale di 8,2 chilometri da Bologna al Santuario di San Luca. La Grande Partenza del Giro è ogni volta un turbinio di attesa, emozioni, pronostici: una vera e propria festa che unisce diverse generazioni nell’amore per il ciclismo. Una festa che ovviamente quest’anno è stata quantomeno posticipata dall’emergenza Coronavirus, motivo per cui vale la pena rivivere gli avvenimenti di un anno fa.
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In contumacia del campione in carica Chris Froome, i galloni di favoriti per la vittoria finale vanno alla vigilia a Vincenzo Nibali, Primoz Roglic e Tom Domoulin, senza dimenticare i vari Lopez, Carapaz, Simon Yates e Landa. Il percorso della cronometro iniziale prevede gli ultimi 2000 metri sull’impegnativa salita del San Luca, dove le pendenze in alcuni tratti avvicinano anche il 20%. Il grande favorito per la vittoria della tappa inaugurale riesce a rispettare il pronostico: Primoz Roglic infatti vola sul San Luca, esattamente come in passato faceva dal trampolino di salto con gli sci, scrivendo la storia come primo sloveno in maglia rosa.
La partenza del Giro risulta molto incoraggiante anche per Simon Yates e Vincenzo Nibali, che completano il podio di tappa perdendo rispettivamente 19 e 25 secondi. Chi invece delude è Tom Domoulin, quarto a pari merito con Miguel Angel Lopez a 28″ da Roglic. Per l’olandese il peggio deve ancora arrivare, visto che sarà costretto al ritiro all’inizio della quinta tappa a causa delle conseguenze di una caduta del giorno prima. Già oltre un minuto di distacco per Landa, mentre Richard Carapaz perde 47″ ma si rifarà con gli interessi diventando il primo sudamericano di sempre a vincere il Giro d’Italia.
E’ passato solo un anno, ma la pandemia fa sembrare tutto maledettamente lontano. Non resta che aspettare ottobre, sperando che per allora la magia del Giro torni ad illuminare l’Italia.
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