Il 22 aprile di tre anni fa il mondo del ciclismo e di tutto lo sport perdeva in maniera tragica Michele Scarponi, vittima di un incidente sulle strade della sua Filottrano. Un dramma per tutto il gruppo, per tutti gli appassionati, ma soprattutto per la famiglia di Michele che lasciò la moglie Anna e i gemellini Giacomo e Tommaso. Una vita spazzata via dalla fatalità di un furgone sbucato dal nulla, mentre “Scarpa” stava facendo quello che amava fare da sempre: allenarsi in bicicletta.
Pensare che anche a 38 anni l’“Aquila di Filottrano” sarebbe stata attesa ancora da grandi voli sulle montagne del Giro d’Italia. L’infortunio di Fabio Aru gli aveva infatti consentito di guadagnare i galloni di capitano per la Corsa Rosa di quell’anno, quel Giro vinto nel 2011 in seguito alla squalifica di Alberto Contador. Per preparare l’appuntamento con il Giro, Scarponi si era presentato al via del Tour of the Alps a poche settimane dalla partenza del principale obiettivo stagionale.
Non potendo presagire cosa il destino abbia tragicamente in serbo per lui, il 17 aprile 2017 si presenta al via della prima tappa interamente in terra austriaca da Kufstein ad Innsbruck/Hungerburg. Pronti, via e Michele si misura subito con alcuni dei suoi futuri avversari al Giro come Pinot e Thomas. E l’Aquila spicca il volo, con uno sprint di pura potenza che sorprende tutti: Scarponi si prende la prima tappa e quindi anche la maglia di leader della classifica, sembra mandare un segnale forte in vista del Giro d’Italia.
Purtroppo però il destino è in agguato, non passa nemmeno una settimana e tutto viene spazzato via in un attimo nella maniera più crudele possibile. Il dolore è forte anche per i compagni di Michele, che erano abituati al suo stare in gruppo in maniera positiva e sempre con il sorriso e la voglia di aiutare gli altri. Non solo un grande capitano, ma anche gregario straordinario per alcuni dei più importanti successi di Vincenzo Nibali, che apprende la notizia mentre è impegnato nel Giro di Croazia tra lo sconvolgimento generale.
Rimane il ricordo delle vittorie, delle grandi prestazioni e del sorriso di uno dei corridori più amati degli ultimi anni. Un campione, un marito e un padre morto facendo quello che amava.