Vincenzo Nibali
Amarcord

L’angolo del ricordo: storia della Milano-Sanremo, i miti e le vittorie più belle

Di tutte le grandi Classiche del ciclismo, la Milano-Sanremo è quella che storicamente dà il via alla grande stagione delle corse di un giorno. La “Classicissima di Primavera” però quest’anno è stata rinviata a causa dell’emergenza Coronavirus e al momento non è dato sapere se sarà possibile recuperare l’edizione 2020, la numero 111 della storia. Finora la corsa non si è disputata solo in anni di guerra, saltando nel 1916, 1944 e 1945. Andiamo dunque a rivivere oltre un secolo di storia della Sanremo, dagli inizi fino ai nostri giorni.

GLI ALBORI – La Milano-Sanremo nasce nel 1907, con appena 33 iscritti al via e la vittoria del francese Lucien Petit-Breton. Sono gli anni di un ciclismo eroico, che oggi si perde quasi nella leggenda. Nei primi anni ci sono poche gioie per l’Italia, ad eccezione della vittoria storica nel 1909 di Luigi Ganna, lo stesso che pochi mesi dopo vincerà il primo Giro d’Italia della storia. Dopo la Prima Guerra Mondiale, la Sanremo trova il suo primo dominatore in Costante Girardengo, che dal 1918 al 1928 vince la corsa per sei volte senza mai scendere dal podio. Una striscia positiva che rappresenta tutt’oggi un record.

In quegli anni l’Italia domina la Sanremo, con un giovane Binda e con altri campioni come Learco Guerra. Inevitabile poi l’avvento di Gino Bartali, che si impone nella Milano-Sanremo del 1939 e chiuderà un cerchio conquistando il quarto successo nella città dei fiori nel 1950. In mezzo l’immancabile rivalità con Fausto Coppi: il Campionissimo si impone in tre edizioni dal 1946 al 1949. Epica la vittoria del ’46 ottenuta con oltre 14 minuti di vantaggio con la storica voce di Nicolò Carosio che di fronte a tale supremazia esclamò: “in attesa degli altri concorrenti trasmetteremo musica da ballo”.

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UNA NUOVA ERA E L’AVVENTO DI MERCKX – All’inizio degli anni ’50 le due vittorie di Petrucci rappresentarono in qualche modo la fine di un’era: l’Italia infatti rimase a secco di vittorie nella Classicissima per ben 16 anni, nei quali tanti stranieri si alternarono sul gradino più alto del podio. Nel 1966 anche a Sanremo inizia l’epopea del “Cannibale” Eddy Merckx: il belga supera il record di Girardengo e vince la corsa per ben sette volte, ancora oggi record assoluto. A riportare l’Italia alla vittoria fu Michele Dancelli nel 1970, ma anche Felice Gimondi, grande rivale di Merckx, riuscì a far sua la corsa nel 1974 dopo due podi e tante delusioni.

DAGLI ANNI ’80 AD OGGI – Gli anni ’80 portano alla Sanremo una configurazione molto simile all’attuale, con l’inserimento della Cipressa dopo che il Poggio aveva fatto la sua comparsa già dal 1960. Sono gli anni del duello tra Francesco Moser e Giuseppe Saronni, con quest’ultimo che vince alla grandissima l’edizione 1983 in maglia di campione del mondo.

Ma la Milano-Sanremo ha regalato anche numeri incredibili da parte di corridori forse non conosciutissimi dal grande pubblico: è il caso dell’irlandese Sean Kelly, vincitore nel 1986 e nel 1992 dopo una grande discesa dal Poggio con cui raggiunse Moreno Argentin per poi batterlo in uno sprint a due. L’anno prima però a regalare spettacolo era stato Claudio Chiappucci: nel 1991 infatti “El Diablo” fu capace di vincere la Sanremo dopo 150 chilometri di fuga, un’impresa d’altri tempi e che rimane ancora oggi nella mente di tanti appassionati.

La seconda metà degli anni ’90 vede grandissimo protagonista il velocista tedesco Erik Zabel, che tra il 1997 e il 2001 vince la Sanremo per quattro volte eguagliando Gino Bartali e rimanendo alle spalle solo di Merckx e Girardengo. Le edizioni 2002 e 2003 tornano a sorridere all’Italia, con Mario Cipollini e Paolo Bettini che riescono a scrivere il loro nome nell’albo d’oro della Classicissima. Grande protagonista poi lo spagnolo Oscar Freire, capace di vincere tre volte (2004, 2007 e 2010) confermandosi uno dei migliori della sua epoca per le corse di un giorno. Una delle vittorie più belle del nuovo millennio porta senza dubbio la firma di Fabian Cancellara, che nel 2008 trionfa grazie ad una delle sue sensazionali “sparate” nel finale di gara.

Lo svizzero ci riproverà per tanti anni, venendo beffato per tre volte con altrettanti secondi posti e chiuderà la carriera con cinque podi complessivi alla Sanremo. Particolarmente significativa la vittoria allo sprint di Mark Cavendish nel 2009, che alla prima partecipazione fa sua l’edizione numero 100 della corsa. Negli ultimi anni uno dei temi è senza dubbio stato la rincorsa alla vittoria di Peter Sagan: il fuoriclasse slovacco non ha mai vinto ma ha dato spettacolo, promuovendo nel 2017 l’attacco decisivo per la vittoria del polacco Michal Kwiatkowski. Chi invece nel 2018 ha concluso con successo la sua rincorsa alla Sanremo è Vincenzo Nibali, autore probabilmente di uno dei numeri più belli della carriera proprio nel finale della Classica di Primavera grazie all’attacco sul Poggio. Da incorniciare anche la vittoria di Julian Alaphilippe nel 2019, con sempre il Poggio a farla da padrone.

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