L’angolo del ricordo del 14 aprile 2020 celebra il quarantesimo anniversario di una delle imprese più belle e storiche del ciclismo italiano: il terzo successo consecutivo di Francesco Moser alla Parigi-Roubaix. Un risultato davvero incredibile, che ha eguali solo agli albori dello sport moderno con il tris del francese Octave Lapize dal 1909 al 1911.
Dopo i successi del 1978 e del 1979 lo “Sceriffo” di Giovo, iridato nel 1977, si presenta con i chiari favori del pronostico anche il 14 aprile 1980 per l’edizione numero 78 della Regina delle Classiche, che nel corso degli anni si è meritata anche il titolo di “Inferno del Nord”. I principali avversari di Moser spiccavano i nomi dei belgi Pollentier e Roger De Vlaeminck (tutt’ora record man di vittorie con quattro successi sulle pietre), oltre al fuoriclasse francese Bernard Hinault e al campione del mondo in carica, l’olandese Jan Raas.
A rendere ancora più impervi e duri i 264 chilometri da Compiègne a Roubaix in quell’anno ci pensò la pioggia e un freddo non del tutto inusuale per il nord della Francia. Il pavè, già di per sè insidioso ed infido, rese la corsa una vera e propria prova di sopravvivenza ad eliminazione: al Velodromo arrivarono appena 31 dei 164 corridori che avevano preso il via quel mattino. Tra le vittime illustri delle numerose cadute anche Raas e Pollentier, fuori gioco fin dalle prime fasi della corsa: molto sfortunato il belga, che riportò anche la frattura della clavicola. La prima selezione a circa 80 km dall’arrivo: nel gruppetto di testa ovviamente Moser, De Vlaeminck, il tedesco Thurau ed un giovane francese, Gilbert Duclos-Lassalle. Escluso eccellente Bernard Hinault, che nonostante il tentativo disperato di rientrare non tornerà più in lotta per la vittoria della corsa.
In una giornata del genere però alla Roubaix può succedere veramente di tutto: De Vlaeminck e Duclos-Lassalle infatti forano e perdono il treno di Moser e Thurau, che rimangono così soli in testa alla corsa. I due inseguitori ripartono ma nella foga dell’inseguimento De Vlaeminck cade ed è costretto al ritiro dopo aver sempre concluso le undici edizioni precedenti. Il momento decisivo a circa 20 km dall’arrivo: Moser attacca sul pavè e stacca Thurau, che va in crisi e viene superato anche da Duclos-Lassalle.
L‘ingresso nel leggendario velodromo di Roubaix è trionfale: Moser esulta braccia al cielo e taglia il traguardo con quasi due minuti su Duclos-Lassalle, che si ritaglierà i suoi momenti di gloria con due successi consecutivi nei primi anni ’90. Terzo Thurau ad ben tre minuti e mezzo, mentre Bernard Hinault risale fino al quarto posto ma ad addirittura sei minuti dall’italiano che incide così indelebilmente il suo nome nella Leggenda.