Una delle giornate più belle del ciclismo italiano dei primi anni duemila è stata senza dubbio quella del 13 ottobre 2002, quando Mario Cipollini ha riportato il titolo mondiale su strada in Italia per la prima volta dopo dieci anni dal secondo successo consecutivo di Gianni Bugno nel 1992. Un successo storico per porre fine ad un digiuno di vittorie iridate che non aveva eguali per la nazionale azzurra dagli anni ’60. La corsa si disputa nella località belga di Zolder, un percorso di 256 chilometri che vede i velocisti come chiari favoriti della vigilia. Cipollini è da molti considerato l’uomo da battere, ma il “Re Leone” deve vedersela con due dei rivali che hanno caratterizzato gran parte della sua carriera, l’australiano Robbie McEwen e il tedesco Erik Zabel.
A 35 anni compiuti, Cipollini sa di avere un’occasione unica per portare a casa il titolo mondiale e programma alla perfezione la sua stagione. In primavera trionfa nella Milano-Sanremo e nella Gand-Wevelgem, poi domina le volate al Giro d’Italia 2002 conquistando addirittura sei vittorie di tappa che risulteranno fondamentali nel raggiungere il suo record assoluto di 42 frazioni vinte alla Corsa Rosa. Conclude la preparazione al Mondiale di Zolder partecipando alla prima settimana della Vuelta di Spagna, dove vince tre tappe prima di ritirarsi come previsto nell’ottava tappa.
L’Italia ha il compito di controllare la corsa nel circuito belga, con il commissario tecnico Franco Ballerini che schiera tutta una squadra intorno a Cipollini: dai fidatissimi Giovanni Lombardi e Mario Scirea ad un Alessandro Petacchi pronto ad esplodere ma stavolta a completa disposizione come gregario di lusso. Sono questi tre corridori a lanciare il “treno” italiano nel finale del Mondiale: Scirea apre gli ultimi due chilometri dopo il lavoro di Sacchi, poi tocca proprio a Petacchi scortare gli ultimi due azzurri rimasti. Lombardi è l’ultimo uomo nelle ultime centinaia di metri, poi tocca a Cipollini: il “Re Leone” scarica tutta la sua potenza nei 250 metri finali, McEwen e Zabel provano a prendere la ruota del toscano che però domina lo sprint chiudendo con ampio margine e trionfando a braccia alzate.
E’ dunque apoteosi azzurra a Zolder, il primo Mondiale dopo dieci anni e il primo successo di una trionfale epopea in quasi un decennio di Franco Ballerini come commissario tecnico: il c.t rimarrà in carica fino al 2010, mettendo la sua firma sui tanti successi di Paolo Bettini e sul trionfo di Alessandro Ballan nel Mondiale di Varese 2008. Solo la sua tragica morte, avvenuta il 7 febbraio 2010, lo separò dalla nazionale azzurra.