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Correre durante tre settimane per oltre 3500 chilometri e decidere un vincitore per appena 16 secondi: sembra assurdo ma è esattamente la storia del Giro d’Italia 2012, una delle edizioni più incerte e per certi versi storiche in oltre un secolo di Corsa Rosa. A scrivere una pagina incredibile fu Ryder Hesjedal, primo canadese della storia a conquistare la vittoria finale: l’allora trentunenne stupì il mondo, dal momento che ad eccezione di un quinto posto al Tour 2010 aveva all’attivo appena due vittorie in corse minori nell’arco di tutta la sua carriera.
Hesjedal aveva già indossato la maglia rosa per quattro tappe durante la seconda settimana, ma poi aveva ceduto per due volte il simbolo del primato a Joaquim “Purito” Rodriguez. Due corridori da caratteristiche e fisici diametralmente opposti: longilineo e gran passista il canadese, brevilineo e specialista scalatore lo spagnolo.
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Rodriguez era stato capace di imporsi nelle tappe di Assisi e Cortina d’Ampezzo, ma Hesjedal si è sempre difeso egregiamente con la consapevolezza di avere dalla propria parte la cronometro finale di Milano. Risultano decisivi gli ultimi due giorni di alta montagna: all’Alpe di Pampeago la tappa va al ceco Roman Kreuziger (che oggi compie 36 anni), ma il canadese scatta nel finale recuperando una manciata di secondi a Rodriguez. Il giorno dopo la tappa prevede il Mortirolo e arrivo in vetta al Passo dello Stelvio.
Protagonista assoluto Thomas De Gendt, che scatta sul Mortirolo andando a vincere la tappa dopo aver raggiunto e superato i fuggitivi. Il belga pone così le basi per un risultato straordinario che arriverà il giorno dopo: il podio finale. Rodriguez prova in tutti i modi a guadagnare su Hesjedal, che però si difende con le unghie e con i denti soffrendo fino alla Cima Coppi. “Purito” guadagna soltanto 14″ e si presenta alla cronometro decisiva con 31″ di margine sul canadese.
Domenica 27 maggio 2012 si decide tutto nella cronometro di 28,2 km a Milano. Rodriguez prova a difendersi, ma alla fine perde 47″ da Hesjedal che vince quindi il Giro d’Italia per 16 secondi. Si tratta del quarto scarto più piccolo di sempre tra i primi due in classifica: da record assoluto sono gli 11” di Magni su Cecchi nel 1948, poi ci sono 12” di Merckx su Baronchelli nel 1974 ed infine ancora Magni con i 13” su Coppi nel 1955. De Gendt superò in extremis Michele Scarponi, così il Giro 2012 passa alla storia anche per essere il primo senza italiani sul podio dal 1995, mentre la maglia rosa aveva cambiato padrone all’ultima tappa solo nel 1984 quando Moser aveva beffato Fignon.
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