Di tutte le edizioni del Giro d’Italia nel nuovo millennio, quella del 2010 è senza dubbio una delle più “pazze” ed in un certo senso anomale. A sconvolgere la classifica era infatti arrivata la fuga nell’undicesima tappa con arrivo a L’Aquila (QUI il racconto), in cui diversi corridori di primo piano avevano guadagnato oltre 12 minuti sui favoriti per la vittoria finale. Un imprevisto che aveva totalmente cambiato le dinamiche di corsa, con i big chiamati ad attaccare per recuperare il tempo perduto mentre i vari David Arroyo, Richie Porte e Carlos Sastre a correre sulla difensiva per mantenere il ricco tesoretto conquistato.
Uno degli snodi fondamentali arriva il 23 maggio 2010, quattro giorni dopo la frazione dell’Aquila: è il giorno della quindicesima tappa, di 222 chilometri da Mestre al temuto Monte Zoncolan. Il “mostro della Carnia” fa il suo ritorno nella Corsa Rosa dopo tre anni e rappresenta il terreno di caccia ideale per Ivan Basso. Il varesino infatti vuole continuare una rimonta iniziata il giorno prima sul Monte Grappa ma ancora lunga: alla partenza da Mestre infatti Basso ha oltre sette minuti di ritardo da Arroyo, che proprio nella tappa precedente aveva strappato la maglia rosa a Richie Porte.
Tutto si decide sui durissimi dieci chilometri conclusivi. Il primo ad attaccare però non è Basso, anche se la sua Liquigas aveva condotto il ritmo per gran parte della giornata. A scattare è infatti il compianto Michele Scarponi, che a 7 km dal traguardo si porta dietro solo Basso e il campione mondiale Cadel Evans. L’ultimo ad arrendersi è Pinotti, mentre i tre battistrada guadagnano su Nibali, Vinokourov, Cunego e lo stesso Arroyo che è chiamato a limitare i danni. Lo Zoncolan è una salita da regolaristi, dove lo scatto non è consentito se non a rischio di pagarlo carissimo. Basso si mette così in testa a macinare un ritmo costante e logorante per i suoi due avversari. Il primo a cedere è Scarponi, ma a meno di 4 km dalla vetta anche Evans alza bandiera bianca. Il vincitore del Giro 2006 si ritrova quindi da solo in testa alla corsa ed aumenta il proprio vantaggio.
Le ultime centinaia di metri, da percorrere nello “stadio naturale” dello Zoncolan tra due ali di folla, sono da brividi e riportano Basso a vincere una corsa dopo 4 anni dall’ultima volta. Un riscatto importante soprattutto per la classifica generale: Evans arriva ad oltre un minuto così come Scarponi, che chiude al terzo posto. La maglia rosa Arroyo difende la leadership ma perde più della metà del suo vantaggio: Basso sale infatti al terzo posto a 3’33” dallo spagnolo. Si tratta dell‘inizio della rimonta: il varesino guadagnerà un altro minuto nella cronoscalata di Plan de Corones e firmerà il capolavoro nella terzultima tappa, dove grazie al Mortirolo e all’arrivo sull’Aprica strapperà la maglia rosa all’iberico che si accontenterà di un secondo posto comunque straordinario.