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L’angolo del ricordo di oggi riporta alla memoria ad un episodio molto particolare del Giro d’Italia 2010, una tappa che condizionò tutto il resto della Corsa Rosa di quell’anno. Si tratta dell’undicesima frazione, la Lucera-L’Aquila che con 262 chilometri era anche la più lunga di quel Giro. Meteo “da lupi” e pioggia torrenziale condizionano la corsa, che al mattino vedeva in maglia rosa il kazako Aleksandr Vinokurov il quale aveva conquistato il simbolo del primato nella spettacolare tappa delle “Strade Bianche” con arrivo a Montalcino.
Il 19 maggio 2010 va però in scena qualcosa di davvero incredibile. In mezzo al diluvio, dopo circa trenta chilometri va in fuga praticamente un terzo del gruppo: ben 56 corridori infatti partono all’attacco e tra questi ci sono anche nomi molto pericolosi come Bradley Wiggins, Richie Porte, David Arroyo e Carlos Sastre. Nel gruppo regna l’anarchia: nessuna squadra si prende l’onere di guidare l’inseguimento, con la Liquigas di Basso e Nibali, la Lampre di Cunego e ovviamente anche l’Astana della maglia rosa Vinokurov. Manca l’accordo nel gruppo e i fuggitivi invece tirano a tutta, dal momento che tutti gli uomini più pericolosi avevano dei gregari con loro in fuga.
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Con il passare dei chilometri appare sempre più evidente come la tappa possa rappresentare una vera e propria svolta per tutto il Giro d’Italia. Liquigas, Lampre e Astana tirano, ma nel finale di tappa sono addirittura i vari Basso, Vinokurov, Cunego e Garzelli a tirare in prima persona anche in pianura. Immagini inedite, che rendono l’idea della confusione e del caos completamente esplosi in gruppo. Nel finale davanti si scatena la bagarre per la vittoria di tappa: ci prova l’idolo di casa Dario Cataldo, ma alla fine ad avere la meglio proprio davanti all’abruzzese è il russo Petrov.
Sul traguardo dell’Aquila, scelto per ricordare il tragico terremoto di un anno prima, il gruppo arriva con quasi 12 minuti di ritardo dal vincitore ma soprattutto con un netto ritardo da Richie Porte (nuova maglia rosa), Sastre ed Arroyo. Sarà proprio quest’ultimo il migliore alla fine in classifica generale: lo spagnolo infatti conquisterà la maglia rosa dopo la quattordicesima tappa ad Asolo, per poi perderla soltanto alla terzultima frazione da Ivan Basso. Arroyo chiuderà comunque in seconda posizione, risultato mai più raggiunto e principalmente frutto di questa fuga “folle”.
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