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Uno dei finali più emozionanti e incerti del passato recente del Giro d’Italia è senza dubbio quello legato all’edizione 2005 della Corsa Rosa, al centro dell’angolo del ricordo di oggi. Il nuovo millennio portò in dote al Giro nuovi protagonisti ma anche nuove salite inedite, che in questi anni hanno arricchito il panorama di ascese a disposizione. Se nel 2003 era stata la volta dello Zoncolan, nel 2005 fa il suo esordio il Colle delle Finestre: la lunga salita piemontese, poi affrontata altre tre volte dal Giro, faceva parlare di sè soprattutto per gli ultimi chilometri privi di asfalto.
Con la memoria torniamo a sabato 28 maggio 2005. Diciannovesima e penultima tappa, 190 chilometri da Savigliano al Sestriere: si scala proprio il Colle delle Finestre che è inframezzato tra le due ascese proprio al Sestriere. In maglia rosa c’è Paolo Savoldelli, che grazie alla cronometro del giorno prima a Torino ha portato 2’09” il proprio vantaggio su Gilberto Simoni, mentre a tre minuti c’è il minuto colombiano Josè Rujano. Le due tappe precedenti erano state vinte da Ivan Basso, finito però fuori classifica nei giorni prima per una crisi gastrointestinale nella tappa dello Stelvio, dove il varesino aveva perso oltre 40 minuti.
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Savoldelli è conscio che una salita lunga e impegnativa come il Colle delle Finestre può metterlo in difficoltà , soprattutto contro due scalatori puri come Simoni e Rujano. Pertanto ai primi attacchi dei rivali non risponde, preferendo salire del suo passo. Simoni e Rujano, insieme anche a Danilo Di Luca, guadagnano sensibilmente anche lungo il tratto non asfaltato in un contesto spettacolare che abbiamo imparato ad apprezzare in questi anni. In vetta al Colle delle Finestre Savoldelli transita con 2’20” di ritardo: Simoni è quindi maglia rosa virtuale. Savoldelli ha però dalla sua la proverbiale abilità da grande discesista, per la quale è diventato noto con il soprannome di “Falco”. Il bergamasco quindi si getta a capofitto nella tortuosa discesa e recupera oltre 30 secondi a Simoni, Rujano e Di Luca.
La sagacia tattica di Savoldelli lo porta a guadagnare anche meno di quanto avrebbe potuto, preferendo aspettare Honchar che sarebbe potuto essere un valido alleato nella pedalabile salita finale verso il Sestriere. Una tattica che ripaga: davanti Di Luca ha i crampi e si stacca subito, mentre Savoldelli non perde ma anzi guadagna su Rujano e Simoni anche grazie ad altri compagni di avventura trovati sulla strada. Nel finale Simoni non ha le energie per tenere il passo del “piccolo” Rujano, che va a vincere la tappa e sigilla il podio finale.
Il trentino arriva a 26″ dal vincitore, con Di Luca che arriva a 1’35” e deve accontentarsi del quarto posto in classifica generale. Gli applausi a scena aperta sono però per Savoldelli, che mantiene 28″ su Simoni e 45″ su Rujano andando a vincere il secondo Giro d’Italia della carriera. Un successo di cuore e testa, dove le gambe e l’intelligenza hanno collaborato alla perfezione.
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