In un maggio privato di ogni sport e quindi anche del consueto appuntamento con il Giro d’Italia, continuiamo a rivivere alcune delle imprese e dei momenti più significativi della storia recente (e non) della Corsa Rosa. Il 15 maggio 2004, con la settima tappa da Frosinone a Montevergine di Mercogliano, il mondo del ciclismo aveva ulteriore conferma del talento cristallino di un appena ventiduenne Damiano Cunego.
Il veronese, che ben presto si sarebbe guadagnato il soprannome di “piccolo principe”, era professionista da appena due anni ma in quel magico 2004 aveva vinto il Giro del Trentino arrivando al grande appuntamento del Giro come prezioso gregario per il capitano designato della Saeco, Gilberto Simoni. L’impatto di Cunego sulla Corsa Rosa è devastante, visto che alla seconda tappa in linea trova già la vittoria a Pontremoli: il giorno dopo però tutto sembra tornare nella norma visto che Simoni si prende la maglia rosa vincendo sull’arrivo in salita di Corno alle Scale, con Cunego secondo per la doppietta Saeco.
Dopo alcune frazioni per velocisti, la settima frazione vede il secondo arrivo in salita al termine della pedalabile ascesa di Montevergine di Mercogliano. Nel finale di tappa i fuggitivi di giornata vengono ripresi e così i big della generale possono giocarsi il successo parziale: molto attivo il napoletano Giuliano Figueras che sente aria di casa e ci prova in tutti i modi, dovendosi però accontentare del quarto posto. La maglia rosa Simoni tasta il polso al rivale Garzelli, arrivando così all’ultimo chilometro con i migliori tutti insieme. In una situazione di sprint ristretto il naturale favorito è proprio Cunego, così Simoni in prima persona si mette al servizio del proprio gregario.
Le immagini parlano chiaro: il veronese brucia tutti nelle ultime centinaia di metri con un’accelerazione prepotente, che lascia le briciole agli avversari. Da segnalare la particolare maglia bianconera della Saeco, solitamente in rosso, dovuta ad una campagna di protesta per la legalizzazione di un nuovo modello di bicicletta prodotta dallo sponsor tecnico. Cunego trionfa a braccia alzate e veste per la prima volta la maglia rosa, alle sue spalle chiudono l’australiano Bradley McGee (vincitore del prologo di Genova) ed il “Delfino di Bibione” Franco Pellizzotti.
Il paradosso della tappa è in un certo senso rappresentato dalla collaborazione dello stesso Simoni, per il quale perdere la maglia nelle fasi iniziali della corsa poteva anche risultare positivo. Nel dopo-tappa il capitano della Saeco tra il serio e il faceto si augurava che Cunego non continuasse ad andare così forte. A posteriori la vittoria di Montevergine di Mercogliano rappresentò il primo segnale di una ribellione, che si sarebbe consumata definitivamente la settimana dopo nella tappa di Falzes quando il veronese rifilò oltre due minuti e mezzo a Simoni togliendogli sulla strada i galloni di capitano. Gli ultimi giorni del Giro 2004 videro saltare ogni schema interno alla Saeco, ma Cunego controllò gli attacchi del suo “rivale interno”.
Il veronese divenne così a sorpresa il più giovane vincitore del Giro dai tempi di Giuseppe Saronni nel 1979. Cunego chiuse il suo anno di grazia con la vittoria del Giro di Lombardia ed il primo posto nel ranking mondiale UCI.