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A pochi giorni da quella che sarebbe dovuta essere la Parigi-Roubaix 2020, l’angolo del ricordo di oggi per il ciclismo ci riporta sulle strade in pavè dell’“Inferno del Nord” e con più precisione all’edizione 2010. Come molte altre Classiche di quel periodo, il protagonista indiscusso risponde al nome di Fabian Cancellara. La “Locomotiva di Berna” nasce come eccellente cronoman ma con il passare delle stagioni raggiunge la maturità e con essa anche una completezza per essere competitivo su quasi tutti i terreni delle corse di un giorno.
Lo svizzero si era già imposto sul leggendario traguardo del Velodromo di Roubaix nel 2006 sempre con ampio margine, ma la dimostrazione di forza dell’edizione 2010 è quasi disarmante. Sette giorni prima Cancellara aveva vinto il Giro delle Fiandre: l’obiettivo era chiaro, diventare il decimo corridore della storia a mettere a segno la doppietta Fiandre-Roubaix nello stesso anno. “Spartacus” si presenta al via da favorito della vigilia ma non si limita a vincere: Cancellara infatti domina attaccando in prima persona a circa 50 chilometri dall’arrivo senza più voltarsi indietro.
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Alle sue spalle i vari Boonen, Pozzato, Flecha e Hushovd provano a limitare i danni, ma il ritmo imposto dalla Locomotiva è veramente quello di un treno. Cancellara guadagna inesorabilmente e arriva a toccare un vantaggio di oltre tre minuti dopo venti chilometri di attacco solitario. Una dimostrazione di superiorità quasi inedita nel ciclismo moderno, con lo svizzero che entra da trionfatore nel Velodromo e chiude con due minuti di vantaggio su Hoshovd e Flecha, che nel frattempo avevano staccato gli altri inseguitori. Negli anni a seguire “Spartacus” alimenterà la sua leggenda con tante altre vittorie, tra cui una seconda doppietta Fiandre-Roubaix nel 2013 grazie a cui diventerà il secondo nella storia dopo Tom Boonen a riuscire in questa doppia impresa.
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