Chris Froome è senza dubbio uno dei protagonisti indiscussi della storia recente del ciclismo mondiale, soprattutto per quanto riguarda le grandi corse a tappe. L’angolo del ricordo di oggi riguarda proprio il “keniano bianco” e quella che è probabilmente la più grande impresa della sua carriera fino a questo momento. Stiamo parlando della diciannovesima tappa del Giro d’Italia 2018, da Venaria Reale a Bardonecchia: torniamo indietro nel tempo a quel venerdì 25 maggio, quando la Corsa Rosa numero 101 propone un vero e proprio “tappone” con Colle del Lys, Colle delle Finestre, Sestriere e arrivo in salita a Bardonecchia.
Froome aveva iniziato quel Giro d’Italia da grande favorito della vigilia ma anche nel peggior modo possibile: una caduta nella ricognizione del cronoprologo di Gerusalemme lo aveva portato a perdere molto terreno nelle prime due settimane, arrivando ad accumulare oltre tre minuti di ritardo dalla maglia rosa Simon Yates. Nell’ultima settimana però il britannico del Team Sky recupera la migliore condizione e inizia la risalita vincendo su un traguardo di spessore come quello del Monte Zoncolan.
Il distacco di Froome da Simon Yates però rimane ancora superiore ai tre minuti e arriva anche a sfiorare i quattro minuti dopo le difficoltà della tappa di Sappada. Da vero campione però il “keniano bianco” reagisce bene a Prato Nevoso e decide di giocarsi le sue ultime carte nel tappone piemontese. I compagni di squadra del Team Sky fanno l’andatura fin dalle prime rampe del lunghissimo e impegnativo Colle delle Finestre. Dopo pochi chilometri di salita accade l’imponderabile: la maglia rosa Simon Yates si stacca dal gruppo principale e naufraga lontanissimo dai big. All’improvviso il principale protagonista di due settimane e mezzo di corsa scompare dai radar, arrivando a Bardonecchia con oltre quaranta minuti di ritardo.
Il Team Sky continua a fare selezione in testa al gruppo e Froome decide di attaccare in prima persona sui primi tratti di sterrato: mancano ancora più di 80 km dal traguardo, un’azione che nel ciclismo moderno è davvero cosa rarissima. In vetta al Colle delle Finestre ha già quasi un minuto su Tom Dumoulin, diventato primo avversario e maglia rosa virtuale. Il britannico si butta a capofitto nella lunga discesa e continua a guadagnare, per poi continuare una sorta di lunga cronometro individuale: prima scala il Sestriere, poi dopo la nuova discesa fino a Bardonecchia dove inizia la scalata finale allo Jafferau. Al traguardo Froome trionfa e scrive una pagina di storia, precedendo di tre minuti Carapaz e Pinot, mentre Dumoulin perde 3’23” e si ritrova con 40 secondi di svantaggio dal britannico che ovviamente si prende la maglia rosa. Altro pesante sconfitto di giornata è Domenico Pozzovivo, che perde oltre otto minuti e con essi anche la possibilità di chiudere sul podio finale.
Due giorni dopo Chris Froome trionfa a Roma e completa la Tripla Corona, diventando anche il detentore in contemporanea di tutti e tre i Grandi Giri e il primo britannico della storia ad imporsi nella Corsa Rosa. Tutto merito soprattutto di una giornata epica come quella diciannovesima tappa già entrata negli annali.