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Quarantenne da poche ore, Bradley Wiggins è stato senza dubbio uno dei corridori più eclettici e vincenti della storia recente del ciclismo, sia su strada che soprattutto su pista. Il “sir” britannico deve soprattutto la sua grandezza proprio alla capacità di cambiare obiettivi molto diversi tra loro, fino all’impresa di una carriera: vincere il Tour de France 2012. Un risultato incredibile per un corridore nato come pistard ma poi diventato molto più di questo. Ad accompagnare Wiggins nel trionfo francese la corazzata del Team Sky, con gregari extra-lusso quali Richie Porte e soprattutto Chris Froome, che negli anni a seguire dominerà la Grande Boucle.
Il britannico si presenta al via del cronoprologo di Liegi da favorito per la maglia gialla finale, mettendosi subito in ottima posizione chiudendo ad appena due secondi da Fabian Cancellara. Al primo arrivo in salita però, lo strapotere del Team Sky si mostra in tutta la sua onnipotenza: la settima tappa vede infatti l’arrivo in vetta alla Planche de Belles Filles. Negli ultimi chilometri i compagni di squadra di Wiggins fanno l’andatura e fanno grande selezione in gruppo. Alla fine sono in cinque ad approcciarsi in testa all’ultimo chilometro: Wiggins, Froome, Cadel Evans, Vincenzo Nibali e l’estone Rein Taaramae.
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Protagonista assoluto Chris Froome, che detta un ritmo indiavolato e nel finale ha il “via libera” per andarsi a prendere la vittoria di tappa con un allungo impressionante sulla rampa finale. Alle sue spalle Evans, Wiggins e un ottimo Nibali, che chiuderà le tre settimane con il suo primo podio sulle strade francesi al terzo posto con oltre sei minuti di ritardo. Il primo di tanti trionfi per il Team Sky: tappa a Froome e maglia gialla a Wiggins, che indosserà ininterrottamente il simbolo del primato fino al trionfo sui Campi Elisi di Parigi.
“Wiggo” incrementerà il suo vantaggio vincendo le due cronometro e difendendosi egregiamente in montagna, anche grazie ad un Froome (secondo sul podio di Parigi ad oltre tre minuti) che in più di un’occasione mostrerà di avere una marcia in più senza però avere libertà d’azione. La vittoria di Wiggins, che non si presenterà più al via del Tour, rappresenta l’inizio di una vera e propria epopea britannica: è infatti la prima vittoria di un britannico in 99 edizioni della Grande Boucle e negli anni a seguire la tradizione sarà mantenuta da Froome prima e Geraint Thomas poi, senza contare i successi dei fratelli Yates.
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