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Ci sono atleti che trascendono il tempo e l’età che avanza: uno di questi sembra essere Alejandro Valverde, che ieri ha compiuto 40 anni ma non sembra aver intenzione di appendere la bicicletta al chiodo. Una carriera infinita quella del “Bala”, professionista dal 2002 e vincitore di 128 corse: impossibile citare tutto il palmarès dell’Imbatido, dalle cinque vittorie alla Freccia Vallone alle quattro alla Liegi-Bastogne-Liegi. Una vittoria finale alla Vuelta, sul podio in tutti i Grandi Giri.
Eppure, fino a non molto tempo fa c’era ancora un’ossessione per uno dei corridori più forti, completi e continui degli ultimi vent’anni. Un’ossessione che ha i colori dell’iride ed era rappresentata dalla maglia di campione del mondo. Per fortuna di Valverde possiamo parlarne al passato, perchè dopo una rincorsa durata quindici anni (nel 2003 il primo di sei podi mondiali ad Hamilton) il Mondiale 2018 lo ha visto trionfare sul durissimo percorso di Innsbruck.
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Il 30 settembre 2018 va infatti in scena il Mondiale di Innsbruck, il più impegnativo sul profilo altimetrico da diversi anni a questa parte. Lungo i 252,9 km con partenza da Kufstein e caratterizzati dalle salite del circuito Olympia da ripetere per sette volte. Al termine però tutti aspettano la “salita infernale” Holl, con pendenze che superano il 25%. Ed è proprio sulla salita finale che avviene l’azione decisiva: Valverde rimane al comando insieme al francese Romain Bardet ed il canadese Michael Woods, mentre l’ultimo ad alzare bandiera bianca è l’azzurro Gianni Moscon. Dopo la salita arriva la picchiata verso Innsbruck nella quale rientra sulla testa della corsa l’olandese Tom Dumoulin.
Valverde sa di avere un’occasione forse irripetibile a 38 anni suonati e sa di essere il più veloce in uno sprint ristretto a questi avversari. L’Embatido non sbaglia e trionfa a braccia alzate coronando un inseguimento durato 15 anni con la vittoria, il settimo podio iridato è quello che vale il titolo. Un risultato incredibile, dopo che poco più di un anno prima in molti lo avevano dato per finito a causa della terribile caduta al Tour de France, per cui aveva riportato la frattura di rotula ed astragalo rientrando alle corse soltanto dopo sei mesi.
Le immagini di Valverde in lacrime sul podio con indosso la maglia iridata sono un vero spot per il ciclismo e per lo spot. Il sogno del “Bala” adesso si chiama Tokyo 2021, per provare a chiudere davvero in bellezza.
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