Prima giornata di gare per il canottaggio alle Olimpiadi di Tokyo 2020, con le prime batterie a poche ore dalla Cerimonia di Apertura dei Giochi. Il quattro di coppia maschile si è qualificato direttamente alla finale e gli azzurri non nascondono la gioia. “È stata una gara difficile da gestire – ha spiegato Simone Venier – perché nella prima parte di percorso c’era un fastidioso vento laterale che ci scarrocciava a destra. Sono il più anziano della barca, ma sto bene e questo è importante. Dopo tredici anni torno a disputare una finale olimpica e per questo ringrazio prima la mia famiglia, che mi è stata sempre vicino, e poi i tecnici federali, con il Direttore Tecnico Cattaneo in testa, e quelli societari con Pecoraro che mi è stato molto vicino“.
“Negli anni passati sembrava che io non potessi più competere con i più giovani e invece passo dopo passo eccomi qua a disputare la mia quinta Olimpiade – ha aggiunto Venier -. Voglio dare e fare il massimo per chiudere in bellezza con questi ragazzi che sono generosi e combattenti. Ora massima concentrazione per la finale che non sarà una passeggiata ed è piena di incognite che affronteremo con la voglia di fare che abbiamo“.
Grande soddisfazione anche per Andrea Panizza, il più giovane del gruppo: “Sono felice perché a soli 23 anni ho agguantato la finale olimpica. Ora voglio dare ancora di più e dimostrare il nostro valore. In questi tre giorni dobbiamo limare ancora alcune cose tra cui l’uso del timone che ho ripreso da poco e quindi dovrò applicarmi con ancora più attenzione in maniera da raggiungere la nostra velocità ottimale. È un buon campo di gara ma con vento laterale e sotto con correnti che arrivano dall’oceano e rendono tutto più instabile. Dobbiamo lavorare nella gestione di queste problematiche che sono alla nostra portata“.
Luca Rambaldi ha poi sottolineato le problematiche legate alla temperatura, ricordando anche Filippo Mondelli, il compagno di squadra scomparso: “Anche se qua a Tokyo è molto caldo, davvero temperature quasi insopportabili, non ci facciamo deconcentrare e quindi ora pensiamo alla finale. […] Devo ringraziare la Federazione e il Coni che si sono adoperati per avere le autorizzazioni necessarie per poter gareggiare con il ricordo di Filippo a bordo della nostra, sua, imbarcazione. Sono stati tutti molto sensibili e questo ci ha fatto piacere“.
Semifinale invece per il doppio femminile di Chiara Ondoli e Alessandra Patelli. “Sono soddisfatta di come è andata la gara anche se abbiamo accusato gli ultimi 500 metri – ammette Ondoli -. Siamo in semifinale e questo è importante. Ora ci riposiamo e cerchiamo di concentraci al meglio per la semifinale che, ne sono certa, sarà ancora più agguerrita della batteria, ma noi ci siamo e siamo molto serene, quindi riposo e concentrazione per dare il massimo. Analizzeremo la gara ponendo degli accorgimenti per l’ultima parte in modo da non perdere la velocità“.
“È stata una bella eliminatoria che ci ha permesso di agguantare la semifinale – ha chiosato Patelli -. Ora dobbiamo ricuperare ed essere concentrate perché arriva la parte più difficile. Per quanto riguarda la gara di oggi dobbiamo, comunque, riuscire a migliorare la seconda parte, inoltre dobbiamo stare ancora più attente alla parte iniziale del percorso perché c’è un insidioso vento laterale che scarroccia la barca verso destra. Sapevamo che avevamo contro equipaggi forti come pure la Russia che si è qualificata a Lucerna e quindi era veloce tant’è che ci è stata costantemente attaccata“.