Canottaggio

Canottaggio, Federica Cesarini: “Oro olimpico e niente sponsor, basta! È assurdo”

Valentina Rodini e Federica Cesarini
Valentina Rodini e Federica Cesarini - Foto Pagliaricci/GMT

BASTA. È da quando ho preso la medaglia che voglio dire questa cosa. Mi sembra assurdo che con una medaglia d’oro olimpica non si riesca ad ottenere qualche sponsorizzazione. Mi sembra assurdo che queste sponsorizzazioni vadano ad altre persone con meno risultati sportivi, e perché? Perché praticano uno sport con maggiore visibilità”. Comincia così il duro sfogo di Federica Cesarini, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020 nel doppio pesi leggeri di canottaggio con Valentina Rodini. Uno sfogo affidato alle stories del proprio profilo Instagram. “Mi sono rotta il c***o”, continua Cesarini, “Facciamo uno degli sport se non lo sport più faticoso del mondo. Mi alleno 13/15 volte a settimana con sedute di almeno 2 ore e 30. Credevo che il problema fosse il mancato risultato, credevo fosse quello il problema, ma no ‘il problema è che hanno vinto in troppi e fanno sport con numeri ben diversi dal vostro’. Ma avete guardato la nostra gara? O meglio, avete guardato le gare di canottaggio (che ripeto non è la canoa e non vado in canoa), le trovo spettacolari, guardatevi qualche replica e poi fatemi sapere, se è uno sport che non fa numeri. Ciao, torno a studiare che dopo mi devo nuovamente allenare”, conclude Cesarini.

A rincarare la dose è stata proprio la compagna Rodini, che ha sottolineato anche il ruolo dei media sportivi: “Siamo rimaste più di una sera a parlarne. Qualche volta fino all’una di notte. Accettare le parole che ci vengono dette non è facile. E forse non è il momento di farlo. Perché le gare di canottaggio vengono coperte dalla Rai solo per due ore su tre giorni di regate? Perché durante le interviste ci chiedono di ‘portar pazienza’ se sbagliano dicendo ‘canoa’ e sbagliano i nostri nomi (e non intendo confonderci tra me e Fede, ma proprio nomi diversi)? Iniziamo a dare le giuste informazioni e uno spazio più ampio a questo sport. Sarà poi la gente a giudicare se le nostre gare danno così poche emozioni, conclude Rodini.

SportFace