
Le ultime sulla panchina bianconera: Thiago Motta virtualmente esonerato. Ecco cosa sta succedendo
Mancini sì o Mancini no? Per la Juve sarebbe un sì. Ma il nome dell’ex CT azzurro è forse più caldeggiato da Elkann e compagnia cantante che da Giuntoli, il quale avrebbe già una mezza intesa con Pioli per l’anno prossimo.
Il problema è che Thiago Motta può/deve saltare subito, con la partita contro il Genoa che potrebbe essere l’ultima in bianconero. A prescindere del risultato. Secondo ‘La Gazzetta dello Sport’ il club avrebbe già deciso di mandarlo via, ma si aspetta l’inizio di aprile per motivi di bilancio.
Mancini-Juve: 4 mesi di contratto con opzione
Intanto il ‘Mancio’ avrebbe addirittura dato la sua disponibilità a un contratto di soli 4 mesi (in pratica fino al Mondiale per Club), con una opzione rinnovo che scatterebbe in caso di qualificazione alla prossima Champions.
La sua campagna elettorale è comunque già iniziata da giorni, vedi la prima pagina di sabato della ‘rosea’, ma anche quella del ‘Corriere dello Sport’. I buoni agganci allo jesino non mancano, come la voglia a 60 anni di ributtarsi nella mischia dopo la disastrosa, non sul piano economico, avventura alla guida dell’Arabia Saudita.
Giuntoli non è l’unico freddo sull’ingaggio di Mancini, c’è soprattutto il tifo organizzato a non impazzire per il suo possibile approdo in bianconero. Ma pure quegli juventini che hanno vissuto gli anni di Calciopoli, dove il ‘Mancio’ – nelle vesti di allenatore dell’Inter e ancora non unto dal Signore – fu schierato dalla parte dell’accusa. Dell’anti-sistema.
I tifosi della Juve non vogliono Mancini: Tudor il piano B per l’immediato
Certe sue dichiarazioni del tempo sono tornate fortemente alla ribalta in questi giorni, riportate alla luce proprio da chi è del tutto contrario al suo arrivo sulla panchina della Juventus.
Il no a Mancini, forse almeno della metà del cosiddetto popolo bianconero, è netto, nonostante comunque lui non abbia mai negato di essere stato un tifoso juventino prima che la sua carriera da calciatore spiccasse il volo.

Il suo idolo, per dire, era un certo Roberto Bettega. Questo, però, evidentemente non basta a cancellare il passato, il suo da nemico della Juve, perlomeno negli anni in cui allenò i nerazzurri vincendo due Scudetti. Anzi tre, perché lui non ha mai rinnegato quello che fu di fatto tolto a Moggi e soci e assegnato poi d’ufficio al club di Moratti.
Se la linea Mancini non passasse, se insomma Elkann dovesse capire che a livello ambientale (che già non è il massimo) sarebbe una scelta rischiosa, ecco che potrebbe esserci una virata in direzione Tudor, un grande ex che a Torino andrebbe pure a piedi.