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La Serie A si appresta a vivere un’estate di fuoco con il valzer delle panchine: da Conte a Gasperini, tutti in bilico, e può tornare Allegri
Attenzione alle panchine della Serie A. Attenzione perché finisce il mese di febbraio e qualcuno dica se può mettere la mano sul fuoco sulle panchine delle big. Molte delle quali, va detto anche questo, cambiate la scorsa estate e qualcuna anche in corsa. Un dato è acclarato, meglio dire abbastanza acclarato, e riguarda la Roma: Claudio Ranieri ha la scrivania da direttore tecnico pronta, il casting è aperto e i nomi sono tanti, senza dimenticare che a libro paga per altre due stagioni ci sarà Daniele De Rossi, a meno che non accetti da giugno qualche proposta che pure potrebbe arrivare.
Detto questo, se si materializzasse la clamorosa rimonta d’Europa dopo i mesi in cui il tema era lo spauracchio retrocessione, escludere del tutto che si chieda a Ranieri di restare non si può proprio. Il nodo è se lui mai dovesse decidere di accettare. Dicevamo del casting: Allegri e Ancelotti i cavalli del vincere subito, con Gasperini e – udite udite – Conte entrati in candidatura, nell’ultimo caso come in una sorta di suggestione. Fabregas è l’uomo del momento in Serie A, l’investimento per programmare a vincere.
Una panchina traballante è quella del Milan: a Sergio Conceiçao non è bastata la favola della Supercoppa per convincere, con Ibrahimovic non sembra proprio ci sia un idillio, anzi. Il quarto posto diventa uno spartiacque sul futuro del portoghese, ma c’è chi sostiene comunque nemmeno una garanzia. E allora torna Sarri, più volte evocato nella Milano rossonera. E con il Comandante ecco il Sergente di ferro. Antonio Conte. E due: prima con la Roma e poi con il Milan sono i classici indizi che possono fare una prova? Come spesso gli capita l’allenatore del Napoli non è stato definitivo sul futuro, ha riempito i suoi discorsi di “ora non parliamone, andare a parlare di altre squadre e altri colleghi non ha senso, adesso c’è altro a cui pensare”. Tradotto? Non c’è cento per cento, né sul resto né sul vado.
Serie A, rivoluzione in panchina: rischia anche Thiago Motta
Gasperini è stato più esplicito e nel dire “non rinnoverò con l’Atalanta, vedremo se dopo giugno resterò” ha dato più di un indizio sul suo futuro. Percassi non si è proprio stracciato le vesti e con grande orgoglio ha commentato con un laconico “se sarà ce ne faremo una ragione”. Una bacchettatina l’ha data al suo allenatore, però, chiosando anche: “magari non è questo il momento di fare certi discorsi”. Chi può dire che non serva anche a Thiago Motta il quarto posto come obiettivo minimo per poter restare alla Juventus? Qualche sussurro smentitissimo, tra Xavi e Zidane, c’è stato.
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Insomma il panorama è variegato. E non abbiamo tirato in ballo la Fiorentina e Palladino, dove pure tutto non è rosa e fiori. E men che meno l’Inter dove Simone Inzaghi ha un altro anno di contratto ma lì il potrebbe essere solo uno: quello di ritenere da entrambe le parti un ciclo alla fine dopo quattro anni. Persino alla Lazio c’è chi sussurra che con Baroni non sia tutto come all’inizio: il che non spinge comunque, almeno oggi, a prefigurare scenari anche lì.